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Coliche del neonato: cause, sintomi e rimedi

09/03/2021 - Pubblicato in Mamma e bimbo

Cosa sono le Coliche del Neonato?

Le coliche del neonato, conosciute anche come coliche infantili o coliche gassose, sono disturbi di natura benigna, responsabili di caratteristiche crisi di pianto inconsolabile.

Per descrivere meglio le coliche del neonato, è utile riportare il classico criterio diagnostico del problema, criterio noto anche come regola del tre, il quale parla di parossismi di pianto inconsolabile per più di tre ore al giorno, più di tre giorni alla settimana, per più di tre settimane. 

Dalle cause ancora poco chiare, le coliche del neonato rappresentano una condizione abbastanza diffusa: secondo stime attendibili, ne soffrirebbero dal 10% al 40% dei bambini di tutto il mondo, senza particolare distinzione di sesso.

Insieme a stipsi e rigurgito, le coliche infantili rientrano nella categoria dei cosiddetti disturbi funzionali gastrointestinali, problematiche che, in condizioni di normalità, tendono a risolversi spontaneamente con la crescita. 

Per la diagnosi di colica infantile, l’approccio classico è per esclusione (diagnosi differenziale); fondamentali all’identificazione della condizione sono l’esame fisico e l’anamnesi.

Un ruolo chiave nella gestione terapeutica delle coliche del neonato spetta ai genitori.
Tra i rimedi da poter adottare va tenuto in considerazione il ricorso ad alcuni ceppi selezionati di probiotici efficaci nel ridurre sensibilmente le coliche gassose del lattante, come alcuni studi scientifici dimostrano.

Coliche del Neonato: Quali sono le Cause?

Attualmente, la precisa causa delle coliche del neonato non è conosciuta. Tuttavia, esistono diverse teorie a riguardo; nel corso del tempo, infatti, gli esperti hanno ipotizzato che il problema possa essere la conseguenza di:

  • Sovraccarico sensoriale e sensi sovrastimolati. Se all’inizio della vita i neonati sono insensibili a suoni e immagini intorno a loro, dopo circa un mese dalla nascita diventano gradatamente più suscettibili agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno.
    Per qualcuno, questa maggiore sensibilità agli stimoli risulta una fonte di stress, che a fine giornata si traduce nei pianti inconsolabili caratteristici delle coliche infantili.
    È interessante segnalare come, secondo la teoria in esame, il problema delle coliche si esaurisca quando il bambino, una volta cresciuto ulteriormente, impara a filtrare gli stimoli in arrivo dall’ambiente esterno.
  • Immaturità dell’apparato gastrointestinale. Agli inizi della vita, complice un apparato gastrointestinale non ancora sviluppato completamente, c’è uno squilibrio della flora batterica intestinale (disbiosi); ciò influenza la digestione, favorendo la formazione di gas intestinale e conseguente dolore addominale.
  • Reflusso acido. Nei neonati, il reflusso acido, ossia la risalita verso l’esofago di ciò che è contenuto allo stomaco, è dovuto a un’immaturità del muscolo sfintere esofageo inferiore, posizionato appunto tra esofago e stomaco, e il cui scopo è evitare i fenomeni di risalita.
    Da vari studi emerge che un numero statisticamente significativo di bambini con coliche infantili soffre anche di reflusso acido cronico (malattia da reflusso acido infantile); queste evidenze supportano l’ipotesi che possa esserci una qualche associazione tra le due condizioni.
    Esattamente come le coliche, anche il reflusso acido infantile è un disturbo passeggero, che si risolve con la crescita.
  • Allergie o intolleranze alimentari. In base ad alcune correnti di pensiero, nei bambini nutriti con latte in formula, il fenomeno delle coliche del neonato sarebbe imputabile a un’allergia nei confronti delle proteine del latte in formula o a un’intolleranza verso il lattosio; nei bimbi, allattati al seno, invece, sarebbe la conseguenza di una reazione anomala ai cibi assunti dalla madre.
    In entrambe le circostanze, c’è il sospetto che l’effetto sia un dolore addominale tale da sfociare nei sintomi tipici delle coliche.
  • Sovralimentazione e sottoalimentazione. Secondo alcune ipotesi, avere fame o sentirsi troppo pieno per un pasto abbondante potrebbe evocare nel bambino molto piccolo un malessere che sfocia in pianto inconsolabile.
  • Insufficiente eruttazione. Il cosiddetto ruttino aiuta il neonato ad eliminare dall’apparato digerente l’aria che introita durante la poppata o anche mentre piange.
    Se il numero di ruttini non è sufficiente, l’aria si accumula e questo fenomeno, secondo alcuni esperti, potrebbe causare un malessere tale da provocare le coliche gassose ed i pianti che ne conseguono.
  • Esposizione al tabacco. Diversi studi hanno dimostrato che il fumo, sia attivo che passivo, in gravidanza e dopo la gravidanza, aumenta il rischio di avere figli che soffrono di coliche del neonato.
    Attualmente, rimangono ancora da capire nei dettagli le basi scientifiche dell’associazione tra fumo e coliche del neonato; in ogni caso, però, non fumare ed evitare l’esposizione al fumo giova sicuramente alla salute di madre e piccolo.

Sono poi da segnalare teorie che imputano la comparsa delle coliche del neonato a squilibri ormonali (es: eccesso di serotonina), all’immaturità del sistema nervoso o, ancora, al fenomeno dell’emicrania infantile.  

Infine, è importante precisare che gli studi condotti fino ad oggi hanno escluso che le coliche del neonato siano connesse all’età gestazionale di nascita (non c’è differenza tra nati a termine e nati prematuramente), al tipo di alimentazione (seno o biberon), alla stagione e neppure allo stato socio-economico della famiglia di appartenenza.

Come si manifestano le Coliche del Neonato: i Sintomi

Il sintomo caratteristico delle coliche del neonato è il pianto inconsolabile.
Questa manifestazione, in apparenza poco specifica (tutti i bambini piccoli piangono), presenta alcune peculiarità che possono aiutare in modo determinante a riconoscere la condizione di base; ecco quali sono:

  • Il pianto dura almeno 3 ore al giorno e si presenta almeno 3 giorni alla settimana e per almeno 3 settimane (regola del tre delle coliche del neonato).
  • Il piccolo piange generalmente sempre alla stessa ora del giorno; nella maggior parte dei neonati il fenomeno si osserva a partire dal tardo pomeriggio o alla sera.
  • Il bambino piange senza apparente motivo, quindi non perché è stanco, affamato e con il pannolino da cambiare.
  • Durante il pianto, il neonato potrebbe sollevare le gambe, stringere i pugni e, in generale, muovere maggiormente gli arti; inoltre, potrebbe chiudere e spalancare gli occhi, aggrottare la fronte e, perfino, trattenere il respiro per pochi attimi.
  • L’accesso di pianto può essere improvviso e interrompere momenti di quiete, come il sonno e la poppata.
  • Durante la crisi di pianto, il bambino potrebbe sputare e presentare un’attività intestinale più intensa, caratterizzata da flatulenza.

Coliche del Neonato: quando iniziano e quanto durano?

Come suggerisce il nome, le coliche del neonato interessano i bambini molto piccoli: iniziano a presentarsi dopo le primissime settimane di vita (alla 4a, ma a volte anche prima), raggiungono i massimi livelli attorno alla 6a settimana dalla nascita e tendono a concludersi quando il piccolo ha tra i 3 e i 6 mesi.

Coliche del Neonato o normale Pianto? Come distinguerli

Gli esperti concordano sul fatto che le coliche del neonato inducano un pianto più forte, più intenso e più acuto del pianto normale.

Rispetto a un pianto normale, inoltre, il pianto da coliche infantili occupa più tempo nell’arco dell’intera giornata ed è, come affermato altrove, difficilmente consolabile da parte dei genitori.

Coliche del Neonato: cosa fare?

Talvolta, di fronte a un figlio con le coliche, i genitori si sentono impotenti e si perdono d’animo.

In realtà, però, esistono diversi rimedi per alleviare la sintomatologia, in alcuni casi anche in modo soddisfacente.

Ci sono neonati che stanno meglio anche solo se cullati, consolati con carezza o un canto, se accostati al petto o avvolti in modo sicuro in una larga coperta.

Ce ne sono altri che traggono beneficio dal movimento di un giro in passeggino o in macchina, dall’esposizione al cosiddetto rumore bianco (es: asciugatrice, aspirapolvere) o da un bagno caldo e rilassante.

Alle volte, poi, risulta una strategia efficace provocare più ruttini nel corso della stessa poppata o tenere il piccolo in grembo a pancia in giù e massaggiargli delicatamente la schiena.

Ma non è tutto.

Se il neonato è allattato al seno, un cambio di alimentazione da parte della madre potrebbe rappresentare un’ottima strategia per mitigare i sintomi delle coliche gassose; nello specifico, gli esperti consigliano di evitare cibi e bevande irritanti, come per esempio la cipolla, il cavolo e il caffè.