Prima di scoprire quali sono i migliori trattamenti per curare la candida, scopriamo insieme cos'è la candida e per quale ragione si manifesta questo disturbo
La Candida albicans è un lievito saprofita normalmente presente in bassa concentrazione sulla cute e sulle mucose della bocca, dell'apparato gastroenterico, respiratorio e genitourinario, che non causa alcun fastidio finché si trova in equilibrio con l'insieme degli altri microrganismi che compongono il microbiota endogeno.
I problemi insorgono quando, per qualche ragione interna o esterna all'organismo, le condizioni diventano più favorevoli alla proliferazione del lievito e alla sua transizione da forma dormiente a forma attiva, caratterizzata da una maggiore propensione ad aderire alle mucose e responsabile della patogenicità di questo fungo.
Numerosi studi hanno dimostrato come il ruolo dei lattobacilli, che costituiscono il 90% dei microrganismi presenti a livello vaginale, sia importante nel ridurre il rischio di recidive.
La terapia antimicotica specifica per curare la candida
Per il trattamento delle vulvovaginiti non complicate da Candida albicans, tutte le linee guida raccomandano l'impiego in prima linea di farmaci a base di derivati azolici, come per esempio clotrimazolo, in diverse formulazioni e concentrazioni.
Numerosi studi clinici e la consolidata esperienza d'uso hanno dimostrato che la terapia a base di clotrimazolo (o altri azoli topici) in crema o capsule vaginali è in grado di portare alla piena risoluzione nell'85-90% degli episodi acuti non complicati di vulvovaginite da Candida, nell'arco di pochi giorni.
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Il trattamento Gyno-Canesten per curare la candida
La durata del trattamento dipende dalla concentrazione del principio attivo e dallo specifico derivato azolico utilizzato.
Per esempio, se si impiega una crema a base di clotrimazolo al 2%, il trattamento va ripetuto per 3-6 giorni, con una applicazione giornaliera, preferibilmente la sera prima di coricarsi, mentre se si opta per la formulazione in capsula, come quella di:
Il protocollo per questo trattamento, la cui formulazione si presenta in capsula vaginale molle monodose da 500 mg, prevede un'unica applicazione.
In entrambi i casi, un significativo sollievo dai sintomi (in particolare, prurito e bruciore vulvovaginale) si ottiene entro 48-72 ore dall'inizio del trattamento, con progressivo ulteriore miglioramento e la graduale scomparsa delle secrezioni biancastre e grumose caratteristiche nei giorni successivi, fino alla completa guarigione.
Creme e capsule molli applicate a livello vaginale esercitano la massima azione antimicotica dove effettivamente necessaria, con un minimo passaggio nel torrente circolatorio dei principi attivi azolici, minimizzando il rischio di eventuali effetti collaterali.
L'importanza di una corretta detersione intima per curare la candida
Poiché anche gli organi genitali esterni sono coinvolti nel processo infiammatorio, una corretta detersione deve rappresentare non un normale atto igienico comportamentale, ma deve essere considerata come coadiuvante al trattamento terapeutico al fine di offrire un sollievo aggiuntivo durante l'episodio acuto.
Pertanto può essere consigliato l'impiego di un detergente intimo lenitivo contenente glicina, aminoacido noto per le sue proprietà calmanti sulle mucose irritate e sensibili, come ad esempio
Il suo impiego, in caso di fastidi intimi, contribuisce ad alleviare arrossamenti e irritazioni e garantisce una piacevole sensazione di freschezza e comfort fino a 12 ore. Il detergente con glicina può essere usato due volte al giorno, preferibilmente al mattino e alla sera, prima dell'applicazione della formulazione topica antimicotica.
Dopo il lavaggio, va raccomandato di risciacquare accuratamente tutta l'area genitourinaria con acqua fresca per rimuovere ogni residuo di detergente e di asciugare delicatamente con una spugna morbida.
L'aiuto in più offerto dai lattobacilli probiotici per curare la candida
Una volta eliminata la Candida albicans grazie al clotrimazolo topico, è auspicabile ripristinare rapidamente un ecosistema vaginale fisiologico, sia per ridurre il rischio che il lievito stesso o altri microrganismi patogeni possano riprendere il sopravvento sia per assicurare alle mucose un microambiente ottimale e alla donna un pieno benessere.
Per farlo si possono utilizzare preparati probiotici topici a base di lattobacilli, come ad esempio:
Integratore che aiuta a prevenire le recidive delle infezioni vaginali, che presebta un elevato contenuto di Lactobacillus Plantarum P17630, un ceppo probiotico caratterizzato e selezionato per le sue capacità di adesione alla mucosa vaginale, e per questo in grado di prevenire e contrastare la crescita di microrganismi patogeni.
Ricorda però che non tutti i microrganismi di questo gruppo sono dotati di un'analoga capacità di colonizzare il canale vaginale e aderire alle mucose in modo efficace e persistente. Tra i ceppi che hanno dimostrato di possedere queste proprietà, c'è il Lactobacillus plantarum P17630.
Per ottenere il massimo beneficio protettivo, va ricordato alle clienti che il preparato probiotico in capsule vaginali a base di Lactobacillus plantarum P 17630 va applicato una volta al giorno, la sera prima di coricarsi, preferibilmente dopo un accurato lavaggio con lo stesso detergente intimo lenitivo arricchito di glicina già suggerito durante il trattamento della candidosi.
Le applicazioni vanno iniziate il giorno successivo alla sospensione del clotrimazolo topico ed effettuate per 6 giorni consecutivi, per poi passare ad applicare una capsula alla settimana per le successive 4 settimane.
Integrare il trattamento antimicotico con il probiotico vaginale topico è vantaggioso per tutte le donne che sperimentano una candidosi, a prescindere dall'età e dalle cause del disturbo, e, in particolar modo, per chi tende a sperimentare episodi ricorrenti.
In quest'ultimo caso, tuttavia, oltre a consigliare sulle corrette modalità del trattamento integrato, è importante suggerire alla donna di rivolgersi al medico di fiducia per un controllo ed eventuali approfondimenti.
Non va dimenticato, infatti, che l'insorgenza di candidosi vulvovaginali frequenti può essere promossa da condizioni sistemiche come:
- Il diabete;
- L'immunodepressione;
- Squilibri ormonali, di cui le colonizzazioni da candida possono rappresentare un campanello d'allarme e che meritano di essere valutate e trattate in modo appropriato.
Come bisogna intervenire per curare la candida?
La candidosi vulvovaginale è un infezione che tende a recidivare in una percentuale molta alta di donne (50%).
Quando la Candida albicans prende il sopravvento, diventa necessario intervenire con una terapia antimicotica specifica, generalmente basata su derivati azolici topici,al fine di dare quanto prima sollievo dai sintomi.
Gli studi condotti negli ultimi anni hanno indicato che, per consolidare l'esito della cura e ridurre il rischio di recidive precoci e a medio termine, è consigliabile far seguire all'applicazione dell'antimicotico un prodotto probiotico topico, in grado di favorire:
- Una più rapida ripopolazione dell'ambiente vaginale da parte dei lattobacilli protettivi;
- Un pronto recupero del pH fisiologico e dell'equilibrio microbico.