Astrazeneca Forxiga 28 Compresse Rivestite 5 Mg
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- Codice articolo: 042494029
Descrizione
DENOMINAZIONE
FORXIGA COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Farmaci usati nel diabete, inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2).
PRINCIPI ATTIVI
Forxiga 5 mg compresse rivestite con film: ogni compressa contiene dapagliflozin propanediolo monoidrato equivalente a 5 mg di dapagliflozin. Eccipiente con effetto noto: ogni compressa da 5 mg contiene 25 mg di lattosio. Forxiga 10 mg compresse rivestite con film: ogni compressacontiene dapagliflozin propanediolo monoidrato equivalente a 10 mg didapagliflozin. Eccipiente con effetto noto: ogni compressa da 10 mg contiene 50 mg di lattosio. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina (E460i), lattosio,crospovidone (E1202), silicio diossido (E551), magnesio stearato (E470b). Film di rivestimento: polivinile alcool (E1203), titanio diossido(E171), macrogol 3350 (E1521), talco (E553b), ferro ossido giallo (E172).
INDICAZIONI
Diabete mellito di tipo 2. Forxiga e' indicato in pazienti adulti e bambini dai 10 anni di eta' in su, non adeguatamente controllati per iltrattamento del diabete mellito di tipo 2 in aggiunta alla dieta e all'esercizio: in monoterapia quando l'impiego di metformina e' ritenutoinappropriato a causa di intolleranza; in aggiunta ad altri medicinaliper il trattamento del diabete di tipo 2. Per i risultati degli studirispetto alle associazioni con altri medicinali, agli effetti sul controllo glicemico, agli eventi cardiovascolari e renali, e alle popolazioni studiate, vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1. Insufficienza cardiaca: Forxiga e' indicato negli adulti per il trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica sintomatica. Malattia renale cronica: Forxiga e' indicato negli adulti per il trattamento della malattia renale cronica.
CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
POSOLOGIA
Posologia. Diabete mellito di tipo 2: la dose raccomandata e' di 10 mgdi dapagliflozin una volta al giorno. Quando dapagliflozin e' utilizzato in associazione con insulina o un medicinale insulino secretagogo,come una sulfanilurea, per ridurre il rischio di ipoglicemia si puo'considerare la somministrazione di una dose piu' bassa di insulina o del medicinale insulino segretagogo (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Insufficienza cardiaca: la dose raccomandata e' di 10 mg di dapagliflozin una volta al giorno. Malattia renale cronica: la dose raccomandata e' 10 mg di dapagliflozin una volta al giorno. Popolazioni speciali. Compromissione renale: non e' richiesto alcun adeguamento della dose sullabase della funzionalita' renale. Nei pazienti con GFR < 25 mL/min, a causa della limitata esperienza, non e' raccomandato iniziare il trattamento con dapagliflozin. Nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, l'efficacia ipoglicemizzante di dapagliflozin e' ridotta quando la velocita' di filtrazione glomerulare (GFR) e' < 45 mL/min, ed e' probabilmente assente nei pazienti con insufficienza renale grave. Pertanto, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, se la GFR scende al di sottodi 45 mL/min, se e' necessario un ulteriore controllo glicemico, deveessere preso in considerazione un ulteriore trattamento ipoglicemizzante (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2). Compromissione epatica: non e' necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione epatica lieve o moderata. In pazienti con compromissione epatica grave, e' raccomandata una dose di partenza di 5 mg. Se ben tollerata, la dose puo' essere aumentata a 10 mg (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Anziani (>= 65 anni): non e' raccomandato alcun aggiustamento delladose in base all'eta'. Popolazione pediatrica: non e' richiesto alcunaggiustamento della dose per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 nei bambini dai 10 anni di eta' in su (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). Non sono disponibili dati per i bambini di eta' inferiore ai 10 anni. La sicurezza e l'efficacia di dapagliflozin per il trattamento dell'insufficienza cardiaca o per il trattamento della malattia renale cronica nei bambini < 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sonodati disponibili. Modo di somministrazione: Forxiga puo' essere assunto per via orale una volta al giorno indipendentemente dai pasti in ogni momento della giornata. Le compresse vanno deglutite intere.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
AVVERTENZE
Generale: Dapagliflozin non deve essere usato in pazienti con diabetemellito di tipo 1 (vedere "Chetoacidosi Diabetica" al paragrafo 4.4).Compromissione renale: in pazienti con GFR < 25 mL/min, a causa dell'esperienza limitata, non e' raccomandato iniziare il trattamento con dapagliflozin. L'efficacia ipoglicemizzante di dapagliflozin dipende dalla funzione renale, ed e' ridotta in pazienti con GFR < 45 mL/min ed e' praticamente assente in pazienti con una compromissione renale severa (vedere paragrafi 4.2, 5.1 e 5.2). In uno studio condotto in pazienti con diabete mellito di tipo 2 con compromissione renale moderata (GFR < 60 mL/min), una maggiore proporzione di pazienti trattati con dapagliflozin ha avuto reazioni avverse quali aumento di creatinina, fosforo, ormone paratiroideo (PTH) e ipotensione, rispetto al placebo. Compromissione epatica: c'e' un'esperienza limitata in studi clinici in pazienti con compromissione epatica. L'esposizione a dapagliflozin e' aumentata in pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafi4.2 e 5.2). Uso nei pazienti a rischio di deplezione di volume, e/o ipotensione: grazie al suo meccanismo d'azione, dapagliflozin aumenta la diuresi che puo' portare ad una modesta riduzione della pressione sanguigna osservata negli studi clinici (vedere paragrafo 5.1). Quest'ultima puo' essere piu' pronunciata in pazienti con concentrazioni moltoelevate di glucosio nel sangue. Deve essere usata cautela nei pazienti per i quali un calo della pressione sanguigna indotto da dapagliflozin puo' rappresentare un rischio, come pazienti in terapia antipertensiva con una storia di ipotensione o pazienti anziani. In caso di condizioni intercorrenti che possono portare a deplezione di volume (ad esempio malattie gastrointestinali), e' raccomandato un attento monitoraggio dello stato di volume (ad esempio visita medica, misurazioni dellapressione sanguigna, esami di laboratorio che includono l'ematocritoe degli elettroliti). E' raccomandata la temporanea interruzione del trattamento con dapagliflozin per i pazienti che sviluppano deplezionedi volume finche' la deplezione non viene corretta (vedere paragrafo 4.8). Chetoacidosi diabetica: sono stati riportati rari casi, inclusi casi potenzialmente letali e fatali, di chetoacidosi diabetica (CAD) inpazienti in trattamento con inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), incluso dapagliflozin. In un certo numero di segnalazioni, la condizione clinica si e' presentata in maniera atipica, con solo un moderato aumento dei livelli ematici di glucosio, inferiori a 14 mmol/L (250 mg/dL). Il rischio di chetoacidosi diabetica deveessere considerato in caso di sintomi non specifici come nausea, vomito, anoressia, dolore addominale, sete eccessiva, difficolta' a respirare, confusione, insolita fatica o sonnolenza. Se si verificano questisintomi, i pazienti devono essere valutati immediatamente per la chetoacidosi, indipendentemente dai livelli ematici di glucosio. Nei pazienti in cui si sospetta o viene diagnosticata la CAD, il trattamento con dapagliflozin deve essere interrotto immediatamente. Il trattamentodeve essere interrotto nei pazienti ricoverati in ospedale per procedure chirurgiche maggiori o malattie gravi in fase acuta. In questi pazienti e' raccomandato il monitoraggio dei chetoni. La misurazione dei livelli di chetoni nel sangue e' preferibile rispetto a quella nelle urine. Il trattamento con dapagliflozin puo' essere ripreso quando i valori dei chetoni sono normali e le condizioni del paziente si sono stabilizzate. Prima di iniziare il trattamento con dapagliflozin, devono essere presi in considerazione i fattori nell'anamnesi del paziente chepossano predisporre alla chetoacidosi. I pazienti che possono esserea piu' alto rischio di CAD comprendono pazienti con una bassa riservafunzionale delle beta cellule (ad es. pazienti con diabete di tipo 2 con peptide C basso o diabete autoimmune latente dell'adulto (LADA, latent autoimmune diabetes in adults) oppure pazienti con storia di pancreatite), pazienti con condizioni che comportano una ridotta assunzionedi cibo o una severa disidratazione, pazienti per i quali le dosi diinsulina sono ridotte e pazienti con un aumentato fabbisogno insulinico a causa di patologia acuta, intervento chirurgico o abuso di alcool.Gli inibitori SGLT2 devono essere usati con cautela in questi pazienti. La ripresa del trattamento con inibitori di SGLT2 in pazienti con precedente CAD non e' raccomandata, a meno che non sia stato identificato un altro fattore scatenante e questo sia stato risolto. Negli studisul diabete mellito di tipo 1 con dapagliflozin, la CAD e' stata riportata con una frequenza comune. Dapagliflozin non deve essere utilizzato per il trattamento in pazienti con diabete di tipo 1. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier): successivamente all'immissione in commercio sono stati segnalati casi di fascite necrotizzantedel perineo (nota anche come gangrena di Fournier) in pazienti di sesso femminile e maschile trattati con inibitori del SGLT2 (vedere paragrafo 4.8). Si tratta di un evento raro ma grave e potenzialmente letaleche richiede interventi chirurgici e terapie antibiotiche urgenti. Ipazienti devono essere invitati a contattare il medico se manifestanouna combinazione di sintomi di dolore, dolorabilita', eritema o tumefazione nella zona genitale o perineale, in associazione a febbre o malessere. Va ricordato che la fascite necrotizzante puo' essere precedutada un'infezione urogenitale o un ascesso perineale. Qualora si sospetti la gangrena di Fournier, e' opportuno interrompere Forxiga e avviare un trattamento immediato (comprendente antibiotici e rimozione chirurgica dei tessuti). Infezioni delle vie urinarie: l'escrezione urinaria di glucosio puo' essere associata ad un aumentato rischio di infezione delle vie urinarie; pertanto, si deve considerare la temporanea interruzione di dapagliflozin durante il trattamento della pielonefrite odella sepsi urinaria. Anziani (>= 65anni): i pazienti anziani possonoessere maggiormente a rischio di deplezione di volume e hanno piu' probabilita' di essere trattati con diuretici. I pazienti anziani hannopiu' probabilita' di avere una funzione renale ridotta e/o di essere trattati con medicinali antipertensivi che possono causare modifiche della funzione renale come gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina I (ACE, angiotensin converting enzyme) ed i bloccanti del recettore dell'angiotensina II tipo 1 (ARB, angiotensin receptor blockers). Le stesse raccomandazioni per la funzione renale valgono per ipazienti anziani come per tutti i pazienti (vedere paragrafi 4.2, 4.4, 4.8 e 5.1).
INTERAZIONI
Interazioni farmacodinamiche. Diuretici: dapagliflozin puo' aumentarel'effetto diuretico dei diuretici tiazidici e dell'ansa e puo' incrementare il rischio di disidratazione e ipotensione (vedere paragrafo 4.4). Insulina e medicinali secretagoghi dell'insulina: l'insulina e i medicinali secretagoghi dell'insulina, come le sulfaniluree, causano ipoglicemia. Pertanto, puo' essere richiesta una dose piu' bassa di insulina o di un medicinale insulino secretagogo per ridurre il rischio diipoglicemia quando vengono utilizzati in associazione con dapagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 2 (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Interazioni farmacocinetiche: dapagliflozin viene metabolizzato principalmente attraverso la coniugazione con glucuronide mediata dalla UDP glucuronosiltransferasi 1A9 (UGT1A9). In studi in vitro, dapagliflozin non ha inibito ne' il citocromo P450 (CYP) 1A2, CYP2A6, CYP2B6, CYP2C8,CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, CYP3A4, ne' ha indotto il CYP1A2, CYP2B6 o CYP3A4. Pertanto, non ci si aspetta che dapagliflozin alteri la clearance metabolica di medicinali co-somministrati che sono metabolizzati daquesti enzimi. Effetto di altri medicinali su dapagliflozin: studi diinterazione condotti in soggetti sani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, suggeriscono che il profilo farmacocinetico didapagliflozin non e' alterato da metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, voglibose, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan o simvastatina. In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con rifampicina (un induttore di diversi trasportatori attivi e di enzimi che metabolizzano medicinali) e' stata osservata una riduzione del 22%nell'esposizione sistemica di dapagliflozin (AUC), ma senza alcun effetto clinicamente significativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Non e'atteso un effetto clinicamente rilevante con altri induttori (ad es.carbamazepina, fenitoina, fenobarbital). In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con acido mefenamico (un inibitore del UGT1A9), e' stato osservato un incremento del 55% nell'esposizione sistemicadi dapagliflozin, ma senza alcun effetto clinicamente significativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Effetto di dapagliflozin su altri medicinali: dapagliflozin puo' aumentare l'escrezione renale di litio e i livelli ematici di litio possono diminuire. Dopo l'inizio di dapagliflozin e le modifiche della dose, la concentrazione sierica di litio deveessere monitorata piu' frequentemente. Si prega di indirizzare il paziente al medico che ha prescritto il litio per monitorare la concentrazione sierica del litio. In studi di interazione condotti in soggettisani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, dapagliflozin non ha alterato i profili farmacocinetici di metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan, digossina (un substrato della glicoproteina P, P-gp) o warfarin (S-warfarin, un substrato del CYP2C9) ne' gli effetti anticoagulanti di warfarin misurati attraverso l'INR. L'associazione di una dose singola di dapagliflozin 20 mg e simvastatina (un substrato del CYP3A4) ha determinato un aumento del 19% dell'AUC di simvastatina e un incremento del 31% dell'AUC di simvastatina acida. L'aumento delle esposizioni a simvastatina e simvastatina acida non e' considerato clinicamente rilevante. Interferenza con l'analisi del 1,5-anidro-glucitolo (1,5 AG): ilmonitoraggio del controllo glicemico attraverso l'analisi del 1,5 AG non e' raccomandato in quanto le misurazioni del 1,5 AG non sono attendibili nella valutazione del controllo glicemico nei pazienti che assumono inibitori del SGLT2. Si consiglia l'uso di metodi alternativi permonitorare il controllo glicemico. Popolazione pediatrica: sono statieffettuati studi di interazione solo negli adulti.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Diabete mellito di tipo 2: negli studi clinici nel diabete di tipo 2, piu' di 15.000 pazienti sono statitrattati con dapagliflozin. La valutazione primaria di sicurezza e tollerabilita' e' stata condotta in un'analisi aggregata predefinita di13 studi a breve termine (fino a 24 settimane) controllati con placebo, con 2.360 soggetti trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.295 trattaticon placebo. Nello studio di dapagliflozin sugli esiti cardiovascolari nel diabete mellito di tipo 2 (studio DECLARE, vedere paragrafo 5.1), 8.574 pazienti hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg e 8.569 hanno ricevuto placebo per un tempo medio di esposizione di 48 mesi. In totale,ci sono stati 30.623 pazienti-anno di esposizione a dapagliflozin. Lereazioni avverse piu' frequentemente segnalate attraverso gli studi clinici sono state le infezioni genitali. Insufficienza cardiaca: nellostudio sui risultati cardiovascolari di dapagliflozin in pazienti coninsufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (studio DAPA-HF), 2.368 pazienti sono stati trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.368pazienti con placebo per un tempo di esposizione mediano di 18 mesi.La popolazione dei pazienti comprendeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e pazienti senza diabete, e pazienti con eGFR >= 30 mL/min/1,73 m^2. Nello studio sui risultati cardiovascolari di dapagliflozin inpazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ventricolare sinistra > 40% (DELIVER), 3.126 pazienti sono stati trattati condapagliflozin 10 mg e 3.127 pazienti con placebo per un tempo di esposizione mediano di 27 mesi. La popolazione dei pazienti comprendeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e pazienti senza diabete, e pazienti con eGFR >= 25 mL/min/1,73 m^2. Il profilo di sicurezza complessivodi dapagliflozin nei pazienti con insufficienza cardiaca e' stato coerente con il noto profilo di sicurezza di dapagliflozin. Malattia renale cronica: i risultati dello studio renale di dapagliflozin (DAPA-CKD), condotto in pazienti con malattia renale cronica, 2.149 pazienti sono stati trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.149 pazienti con placeboper un tempo di esposizione mediano di 27 mesi. La popolazione di pazienti includeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e senza diabete, con eGFR da >= 25 a <= 75 mL/min/1,73 m^2 e albuminuria (rapporto creatinina albumina urinaria [ACR] >= 200 e <= 5000 mg/g). Il trattamento veniva continuato se l'eGFR scendeva a livelli inferiori a 25 mL/min/1,73 m^2. Nei pazienti con malattia renale cronica, il profilo di sicurezza complessivo di dapagliflozin era coerente con il profilo di sicurezza noto di dapagliflozin. Descrizione delle reazioni avverse selezionate. Vulvovaginite, balanite ed infezioni genitali correlate: nel pool dei 13 studi di sicurezza aggregati, vulvovaginiti, balaniti ed infezioni genitali correlate sono state riportate nel 5,5% e nello 0,6%dei soggetti che hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg e placebo, rispettivamente. La maggior parte delle infezioni sono state da lievi a moderate, e i soggetti hanno risposto ad un iniziale ciclo di trattamento eraramente si sono risolte con l'interruzione dal trattamento di dapagliflozin. Queste infezioni sono state piu' frequenti nelle donne (8,4%e 1,2% per dapagliflozin e placebo, rispettivamente), e i soggetti con una storia pregressa avevano piu' probabilita' di avere un'infezionericorrente. Nello studio DECLARE il numero di pazienti con eventi avversi seri di infezioni genitali sono stati pochi e bilanciati: 2 pazienti in ciascun gruppo di dapagliflozin e placebo. Nello studio DAPA-HF, nessun paziente ha segnalato eventi avversi gravi di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e uno nel gruppo placebo. Ci sono stati 7(0,3%) pazienti con eventi avversi che hanno portato alla sospensionedel trattamento a causa di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Nello studio DELIVER, un paziente (<0,1%) in ciascun gruppo di trattamento ha riportato un evento avverso grave di infezioni genitali. Ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventiavversi che hanno portato alla sospensione del trattamento a causa diinfezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Nello studio DAPA-CKD, ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventiavversi di infezioni genitali gravi, nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventi avversi che hanno portato all'interruzione a causa di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi di infezioni genitali o eventi avversi che hanno portato all'interruzione a causa di infezioni genitali per nessun paziente senza diabete. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier): successivamente all'immissione in commercio, sono stati segnalati casi di gangrena di Fournier in pazienti trattati con inibitori del SGLT2, incluso dapagliflozin (vedere paragrafo 4.4). Nello studio DECLARE con 17.160 pazienti con diabete mellito di tipo 2 e un tempo di esposizione mediana di 48 mesi, sono stati riportati un totaledi 6 casi di gangrena di Fournier, uno nel gruppo trattato con dapagliflozin e 5 nel gruppo con placebo. Ipoglicemia: la frequenza di ipoglicemia dipendeva dal tipo di terapia di base impiegata negli studi clinici con diabete mellito. Negli studi di dapagliflozin in monoterapia,come associazione aggiuntiva a metformina o come associazione aggiuntiva a sitagliptin (con o senza metformina), la frequenza degli episodiminori di ipoglicemia e' stata simile (< 5%) tra i gruppi di trattamento, compreso il placebo fino a 102 settimane di trattamento. In tuttigli studi, gli eventi maggiori di ipoglicemia sono stati non comuni ecomparabili tra i gruppi trattati con dapagliflozin o placebo. Studisulle terapie aggiuntive con sulfanilurea e insulina hanno riscontratotassi piu' alti di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.5). In uno studiodi associazione aggiuntiva alla glimepiride, alle settimane 24 e 48 sono stati segnalati episodi minori di ipoglicemia piu' frequentemente nel gruppo trattato con dapagliflozin 10 mg piu' glimepiride (6,0% e 7,9%, rispettivamente), rispetto al gruppo trattato con placebo piu' glimepiride (2,1% e 2,1%, rispettivamente). In uno studio di associazioneaggiuntiva all'insulina, sono stati segnalati episodi di ipoglicemiamaggiore nello 0,5% e 1,0% dei soggetti trattati con dapagliflozin 10mg piu' insulina rispettivamente alle settimane 24 e 104, e nello 0,5%dei soggetti del gruppo trattato con placebo piu' insulina alle settimane 24 e 104.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: non esistono dati relativi all'uso di dapagliflozin in donne in gravidanza. Studi su ratti hanno mostrato tossicita' durante lafase di sviluppo dei reni che corrisponde al secondo e al terzo trimestre di gravidanza nell'essere umano (vedere paragrafo 5.3). Di conseguenza, l'uso di dapagliflozin non e' raccomandato durante il secondo eil terzo trimestre di gravidanza. Quando la gravidanza e' accertata, il trattamento con dapagliflozin deve essere interrotto. Allattamento:non e' noto se dapagliflozin e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. I dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di dapagliflozin/metaboliti nel latte,nonche' effetti farmacologicamente mediati nella progenie allattata (vedere paragrafo 5.3). Il rischio per i neonati/lattanti non puo' essere escluso. Dapagliflozin non deve essere usato durante l'allattamento. Fertilita': l'effetto di dapagliflozin sulla fertilita' non e' statostudiato nell'uomo. In ratti maschi e femmine, dapagliflozin non ha mostrato effetti sulla fertilita' a qualsiasi dose testata.
FORXIGA COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Farmaci usati nel diabete, inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2).
PRINCIPI ATTIVI
Forxiga 5 mg compresse rivestite con film: ogni compressa contiene dapagliflozin propanediolo monoidrato equivalente a 5 mg di dapagliflozin. Eccipiente con effetto noto: ogni compressa da 5 mg contiene 25 mg di lattosio. Forxiga 10 mg compresse rivestite con film: ogni compressacontiene dapagliflozin propanediolo monoidrato equivalente a 10 mg didapagliflozin. Eccipiente con effetto noto: ogni compressa da 10 mg contiene 50 mg di lattosio. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina (E460i), lattosio,crospovidone (E1202), silicio diossido (E551), magnesio stearato (E470b). Film di rivestimento: polivinile alcool (E1203), titanio diossido(E171), macrogol 3350 (E1521), talco (E553b), ferro ossido giallo (E172).
INDICAZIONI
Diabete mellito di tipo 2. Forxiga e' indicato in pazienti adulti e bambini dai 10 anni di eta' in su, non adeguatamente controllati per iltrattamento del diabete mellito di tipo 2 in aggiunta alla dieta e all'esercizio: in monoterapia quando l'impiego di metformina e' ritenutoinappropriato a causa di intolleranza; in aggiunta ad altri medicinaliper il trattamento del diabete di tipo 2. Per i risultati degli studirispetto alle associazioni con altri medicinali, agli effetti sul controllo glicemico, agli eventi cardiovascolari e renali, e alle popolazioni studiate, vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.1. Insufficienza cardiaca: Forxiga e' indicato negli adulti per il trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica sintomatica. Malattia renale cronica: Forxiga e' indicato negli adulti per il trattamento della malattia renale cronica.
CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
POSOLOGIA
Posologia. Diabete mellito di tipo 2: la dose raccomandata e' di 10 mgdi dapagliflozin una volta al giorno. Quando dapagliflozin e' utilizzato in associazione con insulina o un medicinale insulino secretagogo,come una sulfanilurea, per ridurre il rischio di ipoglicemia si puo'considerare la somministrazione di una dose piu' bassa di insulina o del medicinale insulino segretagogo (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Insufficienza cardiaca: la dose raccomandata e' di 10 mg di dapagliflozin una volta al giorno. Malattia renale cronica: la dose raccomandata e' 10 mg di dapagliflozin una volta al giorno. Popolazioni speciali. Compromissione renale: non e' richiesto alcun adeguamento della dose sullabase della funzionalita' renale. Nei pazienti con GFR < 25 mL/min, a causa della limitata esperienza, non e' raccomandato iniziare il trattamento con dapagliflozin. Nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, l'efficacia ipoglicemizzante di dapagliflozin e' ridotta quando la velocita' di filtrazione glomerulare (GFR) e' < 45 mL/min, ed e' probabilmente assente nei pazienti con insufficienza renale grave. Pertanto, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, se la GFR scende al di sottodi 45 mL/min, se e' necessario un ulteriore controllo glicemico, deveessere preso in considerazione un ulteriore trattamento ipoglicemizzante (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2). Compromissione epatica: non e' necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione epatica lieve o moderata. In pazienti con compromissione epatica grave, e' raccomandata una dose di partenza di 5 mg. Se ben tollerata, la dose puo' essere aumentata a 10 mg (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Anziani (>= 65 anni): non e' raccomandato alcun aggiustamento delladose in base all'eta'. Popolazione pediatrica: non e' richiesto alcunaggiustamento della dose per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 nei bambini dai 10 anni di eta' in su (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). Non sono disponibili dati per i bambini di eta' inferiore ai 10 anni. La sicurezza e l'efficacia di dapagliflozin per il trattamento dell'insufficienza cardiaca o per il trattamento della malattia renale cronica nei bambini < 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sonodati disponibili. Modo di somministrazione: Forxiga puo' essere assunto per via orale una volta al giorno indipendentemente dai pasti in ogni momento della giornata. Le compresse vanno deglutite intere.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
AVVERTENZE
Generale: Dapagliflozin non deve essere usato in pazienti con diabetemellito di tipo 1 (vedere "Chetoacidosi Diabetica" al paragrafo 4.4).Compromissione renale: in pazienti con GFR < 25 mL/min, a causa dell'esperienza limitata, non e' raccomandato iniziare il trattamento con dapagliflozin. L'efficacia ipoglicemizzante di dapagliflozin dipende dalla funzione renale, ed e' ridotta in pazienti con GFR < 45 mL/min ed e' praticamente assente in pazienti con una compromissione renale severa (vedere paragrafi 4.2, 5.1 e 5.2). In uno studio condotto in pazienti con diabete mellito di tipo 2 con compromissione renale moderata (GFR < 60 mL/min), una maggiore proporzione di pazienti trattati con dapagliflozin ha avuto reazioni avverse quali aumento di creatinina, fosforo, ormone paratiroideo (PTH) e ipotensione, rispetto al placebo. Compromissione epatica: c'e' un'esperienza limitata in studi clinici in pazienti con compromissione epatica. L'esposizione a dapagliflozin e' aumentata in pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafi4.2 e 5.2). Uso nei pazienti a rischio di deplezione di volume, e/o ipotensione: grazie al suo meccanismo d'azione, dapagliflozin aumenta la diuresi che puo' portare ad una modesta riduzione della pressione sanguigna osservata negli studi clinici (vedere paragrafo 5.1). Quest'ultima puo' essere piu' pronunciata in pazienti con concentrazioni moltoelevate di glucosio nel sangue. Deve essere usata cautela nei pazienti per i quali un calo della pressione sanguigna indotto da dapagliflozin puo' rappresentare un rischio, come pazienti in terapia antipertensiva con una storia di ipotensione o pazienti anziani. In caso di condizioni intercorrenti che possono portare a deplezione di volume (ad esempio malattie gastrointestinali), e' raccomandato un attento monitoraggio dello stato di volume (ad esempio visita medica, misurazioni dellapressione sanguigna, esami di laboratorio che includono l'ematocritoe degli elettroliti). E' raccomandata la temporanea interruzione del trattamento con dapagliflozin per i pazienti che sviluppano deplezionedi volume finche' la deplezione non viene corretta (vedere paragrafo 4.8). Chetoacidosi diabetica: sono stati riportati rari casi, inclusi casi potenzialmente letali e fatali, di chetoacidosi diabetica (CAD) inpazienti in trattamento con inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), incluso dapagliflozin. In un certo numero di segnalazioni, la condizione clinica si e' presentata in maniera atipica, con solo un moderato aumento dei livelli ematici di glucosio, inferiori a 14 mmol/L (250 mg/dL). Il rischio di chetoacidosi diabetica deveessere considerato in caso di sintomi non specifici come nausea, vomito, anoressia, dolore addominale, sete eccessiva, difficolta' a respirare, confusione, insolita fatica o sonnolenza. Se si verificano questisintomi, i pazienti devono essere valutati immediatamente per la chetoacidosi, indipendentemente dai livelli ematici di glucosio. Nei pazienti in cui si sospetta o viene diagnosticata la CAD, il trattamento con dapagliflozin deve essere interrotto immediatamente. Il trattamentodeve essere interrotto nei pazienti ricoverati in ospedale per procedure chirurgiche maggiori o malattie gravi in fase acuta. In questi pazienti e' raccomandato il monitoraggio dei chetoni. La misurazione dei livelli di chetoni nel sangue e' preferibile rispetto a quella nelle urine. Il trattamento con dapagliflozin puo' essere ripreso quando i valori dei chetoni sono normali e le condizioni del paziente si sono stabilizzate. Prima di iniziare il trattamento con dapagliflozin, devono essere presi in considerazione i fattori nell'anamnesi del paziente chepossano predisporre alla chetoacidosi. I pazienti che possono esserea piu' alto rischio di CAD comprendono pazienti con una bassa riservafunzionale delle beta cellule (ad es. pazienti con diabete di tipo 2 con peptide C basso o diabete autoimmune latente dell'adulto (LADA, latent autoimmune diabetes in adults) oppure pazienti con storia di pancreatite), pazienti con condizioni che comportano una ridotta assunzionedi cibo o una severa disidratazione, pazienti per i quali le dosi diinsulina sono ridotte e pazienti con un aumentato fabbisogno insulinico a causa di patologia acuta, intervento chirurgico o abuso di alcool.Gli inibitori SGLT2 devono essere usati con cautela in questi pazienti. La ripresa del trattamento con inibitori di SGLT2 in pazienti con precedente CAD non e' raccomandata, a meno che non sia stato identificato un altro fattore scatenante e questo sia stato risolto. Negli studisul diabete mellito di tipo 1 con dapagliflozin, la CAD e' stata riportata con una frequenza comune. Dapagliflozin non deve essere utilizzato per il trattamento in pazienti con diabete di tipo 1. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier): successivamente all'immissione in commercio sono stati segnalati casi di fascite necrotizzantedel perineo (nota anche come gangrena di Fournier) in pazienti di sesso femminile e maschile trattati con inibitori del SGLT2 (vedere paragrafo 4.8). Si tratta di un evento raro ma grave e potenzialmente letaleche richiede interventi chirurgici e terapie antibiotiche urgenti. Ipazienti devono essere invitati a contattare il medico se manifestanouna combinazione di sintomi di dolore, dolorabilita', eritema o tumefazione nella zona genitale o perineale, in associazione a febbre o malessere. Va ricordato che la fascite necrotizzante puo' essere precedutada un'infezione urogenitale o un ascesso perineale. Qualora si sospetti la gangrena di Fournier, e' opportuno interrompere Forxiga e avviare un trattamento immediato (comprendente antibiotici e rimozione chirurgica dei tessuti). Infezioni delle vie urinarie: l'escrezione urinaria di glucosio puo' essere associata ad un aumentato rischio di infezione delle vie urinarie; pertanto, si deve considerare la temporanea interruzione di dapagliflozin durante il trattamento della pielonefrite odella sepsi urinaria. Anziani (>= 65anni): i pazienti anziani possonoessere maggiormente a rischio di deplezione di volume e hanno piu' probabilita' di essere trattati con diuretici. I pazienti anziani hannopiu' probabilita' di avere una funzione renale ridotta e/o di essere trattati con medicinali antipertensivi che possono causare modifiche della funzione renale come gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina I (ACE, angiotensin converting enzyme) ed i bloccanti del recettore dell'angiotensina II tipo 1 (ARB, angiotensin receptor blockers). Le stesse raccomandazioni per la funzione renale valgono per ipazienti anziani come per tutti i pazienti (vedere paragrafi 4.2, 4.4, 4.8 e 5.1).
INTERAZIONI
Interazioni farmacodinamiche. Diuretici: dapagliflozin puo' aumentarel'effetto diuretico dei diuretici tiazidici e dell'ansa e puo' incrementare il rischio di disidratazione e ipotensione (vedere paragrafo 4.4). Insulina e medicinali secretagoghi dell'insulina: l'insulina e i medicinali secretagoghi dell'insulina, come le sulfaniluree, causano ipoglicemia. Pertanto, puo' essere richiesta una dose piu' bassa di insulina o di un medicinale insulino secretagogo per ridurre il rischio diipoglicemia quando vengono utilizzati in associazione con dapagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 2 (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Interazioni farmacocinetiche: dapagliflozin viene metabolizzato principalmente attraverso la coniugazione con glucuronide mediata dalla UDP glucuronosiltransferasi 1A9 (UGT1A9). In studi in vitro, dapagliflozin non ha inibito ne' il citocromo P450 (CYP) 1A2, CYP2A6, CYP2B6, CYP2C8,CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, CYP3A4, ne' ha indotto il CYP1A2, CYP2B6 o CYP3A4. Pertanto, non ci si aspetta che dapagliflozin alteri la clearance metabolica di medicinali co-somministrati che sono metabolizzati daquesti enzimi. Effetto di altri medicinali su dapagliflozin: studi diinterazione condotti in soggetti sani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, suggeriscono che il profilo farmacocinetico didapagliflozin non e' alterato da metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, voglibose, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan o simvastatina. In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con rifampicina (un induttore di diversi trasportatori attivi e di enzimi che metabolizzano medicinali) e' stata osservata una riduzione del 22%nell'esposizione sistemica di dapagliflozin (AUC), ma senza alcun effetto clinicamente significativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Non e'atteso un effetto clinicamente rilevante con altri induttori (ad es.carbamazepina, fenitoina, fenobarbital). In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con acido mefenamico (un inibitore del UGT1A9), e' stato osservato un incremento del 55% nell'esposizione sistemicadi dapagliflozin, ma senza alcun effetto clinicamente significativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Effetto di dapagliflozin su altri medicinali: dapagliflozin puo' aumentare l'escrezione renale di litio e i livelli ematici di litio possono diminuire. Dopo l'inizio di dapagliflozin e le modifiche della dose, la concentrazione sierica di litio deveessere monitorata piu' frequentemente. Si prega di indirizzare il paziente al medico che ha prescritto il litio per monitorare la concentrazione sierica del litio. In studi di interazione condotti in soggettisani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, dapagliflozin non ha alterato i profili farmacocinetici di metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan, digossina (un substrato della glicoproteina P, P-gp) o warfarin (S-warfarin, un substrato del CYP2C9) ne' gli effetti anticoagulanti di warfarin misurati attraverso l'INR. L'associazione di una dose singola di dapagliflozin 20 mg e simvastatina (un substrato del CYP3A4) ha determinato un aumento del 19% dell'AUC di simvastatina e un incremento del 31% dell'AUC di simvastatina acida. L'aumento delle esposizioni a simvastatina e simvastatina acida non e' considerato clinicamente rilevante. Interferenza con l'analisi del 1,5-anidro-glucitolo (1,5 AG): ilmonitoraggio del controllo glicemico attraverso l'analisi del 1,5 AG non e' raccomandato in quanto le misurazioni del 1,5 AG non sono attendibili nella valutazione del controllo glicemico nei pazienti che assumono inibitori del SGLT2. Si consiglia l'uso di metodi alternativi permonitorare il controllo glicemico. Popolazione pediatrica: sono statieffettuati studi di interazione solo negli adulti.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Diabete mellito di tipo 2: negli studi clinici nel diabete di tipo 2, piu' di 15.000 pazienti sono statitrattati con dapagliflozin. La valutazione primaria di sicurezza e tollerabilita' e' stata condotta in un'analisi aggregata predefinita di13 studi a breve termine (fino a 24 settimane) controllati con placebo, con 2.360 soggetti trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.295 trattaticon placebo. Nello studio di dapagliflozin sugli esiti cardiovascolari nel diabete mellito di tipo 2 (studio DECLARE, vedere paragrafo 5.1), 8.574 pazienti hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg e 8.569 hanno ricevuto placebo per un tempo medio di esposizione di 48 mesi. In totale,ci sono stati 30.623 pazienti-anno di esposizione a dapagliflozin. Lereazioni avverse piu' frequentemente segnalate attraverso gli studi clinici sono state le infezioni genitali. Insufficienza cardiaca: nellostudio sui risultati cardiovascolari di dapagliflozin in pazienti coninsufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (studio DAPA-HF), 2.368 pazienti sono stati trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.368pazienti con placebo per un tempo di esposizione mediano di 18 mesi.La popolazione dei pazienti comprendeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e pazienti senza diabete, e pazienti con eGFR >= 30 mL/min/1,73 m^2. Nello studio sui risultati cardiovascolari di dapagliflozin inpazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ventricolare sinistra > 40% (DELIVER), 3.126 pazienti sono stati trattati condapagliflozin 10 mg e 3.127 pazienti con placebo per un tempo di esposizione mediano di 27 mesi. La popolazione dei pazienti comprendeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e pazienti senza diabete, e pazienti con eGFR >= 25 mL/min/1,73 m^2. Il profilo di sicurezza complessivodi dapagliflozin nei pazienti con insufficienza cardiaca e' stato coerente con il noto profilo di sicurezza di dapagliflozin. Malattia renale cronica: i risultati dello studio renale di dapagliflozin (DAPA-CKD), condotto in pazienti con malattia renale cronica, 2.149 pazienti sono stati trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.149 pazienti con placeboper un tempo di esposizione mediano di 27 mesi. La popolazione di pazienti includeva pazienti con diabete mellito di tipo 2 e senza diabete, con eGFR da >= 25 a <= 75 mL/min/1,73 m^2 e albuminuria (rapporto creatinina albumina urinaria [ACR] >= 200 e <= 5000 mg/g). Il trattamento veniva continuato se l'eGFR scendeva a livelli inferiori a 25 mL/min/1,73 m^2. Nei pazienti con malattia renale cronica, il profilo di sicurezza complessivo di dapagliflozin era coerente con il profilo di sicurezza noto di dapagliflozin. Descrizione delle reazioni avverse selezionate. Vulvovaginite, balanite ed infezioni genitali correlate: nel pool dei 13 studi di sicurezza aggregati, vulvovaginiti, balaniti ed infezioni genitali correlate sono state riportate nel 5,5% e nello 0,6%dei soggetti che hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg e placebo, rispettivamente. La maggior parte delle infezioni sono state da lievi a moderate, e i soggetti hanno risposto ad un iniziale ciclo di trattamento eraramente si sono risolte con l'interruzione dal trattamento di dapagliflozin. Queste infezioni sono state piu' frequenti nelle donne (8,4%e 1,2% per dapagliflozin e placebo, rispettivamente), e i soggetti con una storia pregressa avevano piu' probabilita' di avere un'infezionericorrente. Nello studio DECLARE il numero di pazienti con eventi avversi seri di infezioni genitali sono stati pochi e bilanciati: 2 pazienti in ciascun gruppo di dapagliflozin e placebo. Nello studio DAPA-HF, nessun paziente ha segnalato eventi avversi gravi di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e uno nel gruppo placebo. Ci sono stati 7(0,3%) pazienti con eventi avversi che hanno portato alla sospensionedel trattamento a causa di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Nello studio DELIVER, un paziente (<0,1%) in ciascun gruppo di trattamento ha riportato un evento avverso grave di infezioni genitali. Ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventiavversi che hanno portato alla sospensione del trattamento a causa diinfezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Nello studio DAPA-CKD, ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventiavversi di infezioni genitali gravi, nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Ci sono stati 3 (0,1%) pazienti con eventi avversi che hanno portato all'interruzione a causa di infezioni genitali nel gruppo dapagliflozin e nessuno nel gruppo placebo. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi di infezioni genitali o eventi avversi che hanno portato all'interruzione a causa di infezioni genitali per nessun paziente senza diabete. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier): successivamente all'immissione in commercio, sono stati segnalati casi di gangrena di Fournier in pazienti trattati con inibitori del SGLT2, incluso dapagliflozin (vedere paragrafo 4.4). Nello studio DECLARE con 17.160 pazienti con diabete mellito di tipo 2 e un tempo di esposizione mediana di 48 mesi, sono stati riportati un totaledi 6 casi di gangrena di Fournier, uno nel gruppo trattato con dapagliflozin e 5 nel gruppo con placebo. Ipoglicemia: la frequenza di ipoglicemia dipendeva dal tipo di terapia di base impiegata negli studi clinici con diabete mellito. Negli studi di dapagliflozin in monoterapia,come associazione aggiuntiva a metformina o come associazione aggiuntiva a sitagliptin (con o senza metformina), la frequenza degli episodiminori di ipoglicemia e' stata simile (< 5%) tra i gruppi di trattamento, compreso il placebo fino a 102 settimane di trattamento. In tuttigli studi, gli eventi maggiori di ipoglicemia sono stati non comuni ecomparabili tra i gruppi trattati con dapagliflozin o placebo. Studisulle terapie aggiuntive con sulfanilurea e insulina hanno riscontratotassi piu' alti di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.5). In uno studiodi associazione aggiuntiva alla glimepiride, alle settimane 24 e 48 sono stati segnalati episodi minori di ipoglicemia piu' frequentemente nel gruppo trattato con dapagliflozin 10 mg piu' glimepiride (6,0% e 7,9%, rispettivamente), rispetto al gruppo trattato con placebo piu' glimepiride (2,1% e 2,1%, rispettivamente). In uno studio di associazioneaggiuntiva all'insulina, sono stati segnalati episodi di ipoglicemiamaggiore nello 0,5% e 1,0% dei soggetti trattati con dapagliflozin 10mg piu' insulina rispettivamente alle settimane 24 e 104, e nello 0,5%dei soggetti del gruppo trattato con placebo piu' insulina alle settimane 24 e 104.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: non esistono dati relativi all'uso di dapagliflozin in donne in gravidanza. Studi su ratti hanno mostrato tossicita' durante lafase di sviluppo dei reni che corrisponde al secondo e al terzo trimestre di gravidanza nell'essere umano (vedere paragrafo 5.3). Di conseguenza, l'uso di dapagliflozin non e' raccomandato durante il secondo eil terzo trimestre di gravidanza. Quando la gravidanza e' accertata, il trattamento con dapagliflozin deve essere interrotto. Allattamento:non e' noto se dapagliflozin e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. I dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di dapagliflozin/metaboliti nel latte,nonche' effetti farmacologicamente mediati nella progenie allattata (vedere paragrafo 5.3). Il rischio per i neonati/lattanti non puo' essere escluso. Dapagliflozin non deve essere usato durante l'allattamento. Fertilita': l'effetto di dapagliflozin sulla fertilita' non e' statostudiato nell'uomo. In ratti maschi e femmine, dapagliflozin non ha mostrato effetti sulla fertilita' a qualsiasi dose testata.
Specifiche
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