Lab. Farmacologico Milanese Gentamicina Solfato 3 Fiale Intra Muscolo Endovenosa 80 Mg 2 Ml
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- Codice articolo: 030211039
Descrizione
DENOMINAZIONE
GENTAMICINA SOLFATO L.F.M. 80 MG/2 ML SOLUZIONE INIETTABILE
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antibatterici aminoglicosidici.
PRINCIPI ATTIVI
1 fiala da 2 ml contiene: gentamicina solfato 96.9 mg (equivalente a 80 mg di gentamicina base).
ECCIPIENTI
Metile p-idrossi benzoato, propile p-idrossi benzoato, sodio edetato,sodio metabisolfito, sodio idrossido, acido cloridrico diluito come agente tamponante, acqua per preparazioni iniettabili q.b. a ml 2.
INDICAZIONI
Infezioni da germi sensibili alla gentamicina. Forme pleuro-polmonari:bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi. Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell'uretere, dellavescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelviperitoniti, mastiti, ecc. Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e nei trapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, il farmacopuo' essere considerato come farmaco di scelta. Nelle infezioni graviche mettono in pericolo la vita del paziente, Il farmaco puo' esseresomministrata in associazione ad un antibiotico betalattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).
CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Anamnesi di ipersensibilita' o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi. Miastenia grave. Gravidanza e allattamento.
POSOLOGIA
Il farmaco puo' essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia e' identica. La via endovenosa e' consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non e' attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di forme mieloproliferative). La somministrazione endovenosa sara' effettuata, preferibilmente mediante infusione in 1-2 ore, alle stesse dosi previsteper la via intramuscolare. Ogni singola dose dovra' essere diluita in100-200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambiniil volume del diluente sara' ridotto. In ogni caso la concentrazione non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%). Il farmaco e' stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia e' peraltro dalimitarsi a casi eccezionali). Pazienti con funzionalita' renale normale. Adulti: la dose consigliata per il trattamento delle infezioni sistemiche e' di 3 mg/kg/die (1 mg/kg ogni 8 ore o 1,5 mg/kg ogni 12 ore). Nelle infezioni che costituiscono un pericolo per la vita del paziente e' consigliata una posologia fino a 5 mg/kg/die da somministrarsi in 3 o 4 dosi per i primi 2-3 giorni di trattamento; successivamente sara' ridotta a 3 mg/die/kg. Per le infezioni urinarie e per le infezioni extra-urinarie di grado moderato possono essere sufficienti 2 mg/kg/die, in 2 dosi refratte. Schema posologico orientativo per i pazientidi oltre 50 kg di peso: 80 mg, 3 volte al di'. 80 mg, 2 volte al di' nelle infezioni urinarie e nelle infezioni extra-urinarie di gravita' moderata. Bambini: nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. La dose consigliata varia in funzione dell'eta', come di seguito. Prematuri e neonati a termine fino a 1 settimana di vita. Dose totale: 5-6 mg/kg/die; dose singola: 2,5-3 mg/kg ogni 12 h. Lattanti e neonati oltre 1 settimana di vita. Dose totale: 7,5 mg/kg/die; dose singola: 2,5 mg/kg ogni 8 h. Bambini. Dose totale: 6-7,5 mg/kg/die;dose singola: 2-2,5 mg/kg ogni 8 h. Schema pratico. Neonati a termine(3,5 -5 Kg): 2,8 mg/kg - 2 mg/kg ogni 12 ore. Bambini da 5 a 10 kg: 4- 2 mg/kg ogni 8-12 ore. Bambini da 11 a 20 kg: 40 mg ogni 8-12 ore.L'adeguamento dei dosaggi deve essere fatto in funzione dell'eta' delpaziente, del tipo e della gravita' dell'infezione. Nei pazienti obesi, il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico. La durata del trattamento e' in genere di 7-10 giorni. Nelle infezioni gravi o complicate puo' rendersi necessario un trattamento piu' prolungato. In tali casi puo' aumentare il rischio di effetti secondari, si dovra' percio' rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalita' renale, uditiva e vestibolare. E' comunque consigliabile continuare la terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento. Pazienti confunzionalita' renale alterata. Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati per via renale, la frequenza della somministrazione verra' stabilita in base alla funzionalita' renale, come di seguito. Adulti. Dose: 1-1,7 mg/kg. Clearance creatinina (ml/min): > 70; frequenza somministrazioni: ogni 8 ore. Clearance creatinina (ml/min): 35-70; frequenza somministrazioni: ogni 12 ore. Bambini. Dose: 2-2,5 mg/kg. Clearance creatinina (ml/min): 24 -34; frequenza somministrazioni: ogni 18 ore. Clearance creatinina (ml/min): 16-23; frequenza somministrazioni: ogni 24 ore. Clearance creatinina (ml/min): 10-15; frequenza somministrazioni: ogni 36 ore. Clearance creatinina (ml/min): 5-9; frequenza somministrazioni: ogni 48 ore. La frequenza delle somministrazioni puo' essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema: mg/100 ml creatininasierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi. Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottopostia emodialisi, la quantita' di gentamicina rimossa dal plasma puo' variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Un'emodialisi di 6 ore puo' ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%. Le dosi consigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1-1,7 mg/kg in base al grado di severita' dell'infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantita' minore rispetto all'emodialisi.
CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale per riparare il medicinale dallaluce.
AVVERTENZE
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressasordita' dell'orecchio interno, usare la gentamicina solo se il suo uso e' considerato fondamentale. Diminuire la frequenza o la dose di somministrazione nei pazienti con funzione renale compromessa. L'insufficienza renale si osserva nel 10% circa dei pazienti trattati con gentamicina ed e' di solito reversibile. Principali fattori di rischio: la dose totale elevata, la terapia prolungata, l'aumento del livello sierico; altri possibili fattori di rischio: eta', ipovolemia e shock. I segni clinici del danno renale: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche della creatinina e dell'urea. In casi isolati si verifica un'insufficienza renale acuta. Effettuare una valutazione periodica della funzionalita' renale e degli elettroliti sierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono il farmaco per piu' di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliate per l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Il farmaco e' potenzialmente nefrotossico. Il rischio di nefrotossicita' aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalita' renale e in quelli che ricevonodosi elevate o una terapia prolungata. Pazienti anziani possono avereuna riduzione della funzione renale, che puo' non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. Piu' utile l'esame della clearance creatininica. E' importantein tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina. In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina e' stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica. Al fine di evitare gli eventi avversi monitorare continuamente la funzionalita' renale, la funzionalita' vestibolaree della coclea come anche i parametri epatici e di laboratorio. I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto strettocontrollo clinico a causa della potenziale tossicita' associata con illoro utilizzo. Poiche' i pazienti anziani e i bambini possono essereparticolarmente a rischio, mantenerli sotto stretto controllo clinico.Nei pazienti con significativa obesita', monitorare le concentrazionisieriche di gentamicina e di ridurne la dose. E' possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare, con possibili effetti sull'equilibrio e sull'udito. La reazione ototossica piu' comune e' il danno vestibolare.La perdita dell'udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell'acuita' uditiva alle alte frequenze ed e' di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti: preesistenti danni della funzione renaleo un'anamnesi di danno a carico dell'ottavo nervo cranico; il rischioaumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall'associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell'orecchio, vertigine e meno comune la perdita dell'udito. Il meccanismo vestibolare e' colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 mcg/ml. E' reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose. Esaminare l'urina per l'eventualeriduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Determinare periodicamente l'azoto ureico e l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicita' o nefrotossicita' modificare la posologia o interrompere il farmaco. In rari casi modifiche della funzionalita' renale o dell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia. Se possibile monitorare le concentrazioni sieriche al fine di assicurare adeguati livelli ed evitarelivelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, modificare le dosi in modo daevitare livelli sopra i 2 mcg/ml. Picchi eccessivi e/o concentrazionisieriche di aminoglicosidi troppo elevate aumentano il rischio di tossicita' renale o dell'ottavo nervo cranico. In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica puo' comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come baseper modificare il dosaggio. Si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici. L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico otopico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossicideve essere evitato. Se l'utilizzo di queste associazioni e' necessario, sorvegliare strettamente le funzioni renali con test di laboratorioappropriati. L'eta' avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicita' per i pazienti. Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati nel gatto trattato con dosi elevate di gentamicina. La possibilita' che tali fenomeni accadano nell'uomo va tenuta in considerazione se la gentamicina e' somministrata per qualsiasi via a pazienti in trattamento con farmaci bloccanti neuromuscolari. In caso si manifesti blocco neuromuscolare, l'utilizzo di sali di calcio puo' rendere reversibile tale fenomeno.Utilizzare gli aminoglicosidi con cautela in pazienti con disturbi neuromuscolari, poiche' tali farmaci possono in via teorica aggravare ladebolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-similesulle sinapsi neuromuscolari. E' dimostrata una allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. Durante il trattamento i pazienti devono essereben idratati. Il trattamento con gentamicina puo' comportare la crescita eccessiva di microorganismi insensibili al farmaco. Se questo accade, e' indicata una terapia appropriata. Diarrea e colite pseudomembranosa sono state osservate quando la gentamicina e' associata con altriantibiotici. Queste diagnosi devono essere considerate in ogni paziente che sviluppa diarrea durante o subito dopo il trattamento. Interrompere se una diarrea grave e/o diarrea sanguinosa si presenta durante il trattamento e deve essere iniziata la terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi. Questo medicinale contiene: sodio metabisolfito che raramente causa gravi reazioni di ipersensibilita' e broncospasmo. Contiena anche propile p-idrossi beanzoato e metile p-idrossi benzoato. Puo' causare reazioni allergichee, eccezionalmente, broncospasmo.
INTERAZIONI
E' stata dimostrata un'allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. E'stato riferito un aumento della nefrotossicita' potenziale della gentamicina in seguito della somministrazione, susseguente o contemporanea,di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomicina, vancomicina e altri aminoglicosidi. Un aumento della nefrotossicita' e' stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine. L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicita'. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterandone laconcentrazione nel siero e nei tessuti. In caso di farmaci contenenticisplatino, si tenga presente che la nefrotossicita' di gentamicina puo' aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazionedi queste sostanze. Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantita' significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicita' di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.Sebbene non sia stato riferito nella pratica clinica nessun caso di blocco neuromuscolare ne' con gentamicina ne' con altri aminoglicosidici, l'attivita' di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina odurante trasfusioni massive di sangue citrato. Qualora la gentamicinavenga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare puo' essere amplificato e prolungato sesi utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. Inconsiderazione dell'aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione. Qualora si verificasse, il bloccopuo' essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, dialtri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puo' accrescere il rischio di tali effetti. Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci. Gli aminoglicosidi possono aumentare l'effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato inconcomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L'anestesista deve essere messo a conoscenza dell'uso di aminoglicosidi prima diun intervento chirurgico. In vitro l'associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puo'causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillinosimile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si e' verificata una riduzione dell'emivita o dei livelli plasmatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed anche in alcuni soggetti con funzionalita' renale normale.E' stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina. Nei neonati, l'indometacina potrebbe aumentarele concentrazioni plasmatiche di gentamicina. L'uso concomitante con ifarmaci anticoagulanti orali puo' aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati puo' aumentareil rischio di ipocalcemia. La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica puo' aumentare il rischio di tossicita'dovuto a blocco neuromuscolare. Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l'effetto della gentamicina.
EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di gentamicina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singolieffetti elencati. Patologie renali ed urinarie. Proteinuria, compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta, iperfosfaturia, aumento dell'azotemia (reversibile), sindrome simil Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica in pazienti trattati con dosi elevateper un periodo prolungato. Le anormalita' nei valori dei test clinicidi laboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica. Patologie dell'orecchio. Ronzii, riduzione della sensibilita' uditiva che puo' essere irreversibile, perdita irreversibile dell'udito, sordita'. Patologie del sistema nervoso. Convulsioni, allucinazioni, attacchi epilettici, vertigini, tinnito, torpore, parestesie, fascicolazioni, sindrome tipo miastenia gravis, febbre, cefalea,polineuropatie, encefalopatia, blocco neuromuscolare, capogiri. Disturbi psichiatrici. Confusione, depressione, sindrome cerebrale organicaacuta, allucinazioni. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Depressione respiratoria. Patologie dell'occhio. Disturbi della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Danno vestibolare, perdita dell'udito, malattia di Me'nie're, tinnito, vertigini. Patologiegastrointestinali. Anoressia, perdita di peso, nausea, vomito, scialorrea, stomatite, stati transitori di epatomegalia, colite pseudomembranosa. Patologie vascolari. Ipertensione, ipotensione. Disturbi del sistema immunitario. Reazioni di ipersensibilita' di gravita' variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilita' (anafilassi) fino allo shock anafilattico. Esami diagnostici. Aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), dellalatticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio;alterazioni dei tests di funzionalita' renale. Patologie del sistemaemolinfopoietico. Anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitositransitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e deltessuto connettivo. Dolore alle articolazioni. Patologie sistemiche econdizioni relative alla sede di somministrazione. Febbre, cefalea. Dolore nel sito di iniezione, atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale. Infezioni ed infestazioni Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, porpora, alopecia.Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordita' congenita bilaterale irreversibile inbambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi durante la gravidanza. Se il farmaco viene somministrato durante la gravidanza o se lapaziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume ilfarmaco, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva delneonato. In donne che allattano, il farmaco e' escreto nel latte materno in piccole quantita'. Il neonato allattato al seno puo' svilupparediarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiederel'interruzione dell'allattamento al seno. Tenere presente la possibilita' di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorre decidere se interromperel'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazionel'importanza del farmaco per la madre.
GENTAMICINA SOLFATO L.F.M. 80 MG/2 ML SOLUZIONE INIETTABILE
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antibatterici aminoglicosidici.
PRINCIPI ATTIVI
1 fiala da 2 ml contiene: gentamicina solfato 96.9 mg (equivalente a 80 mg di gentamicina base).
ECCIPIENTI
Metile p-idrossi benzoato, propile p-idrossi benzoato, sodio edetato,sodio metabisolfito, sodio idrossido, acido cloridrico diluito come agente tamponante, acqua per preparazioni iniettabili q.b. a ml 2.
INDICAZIONI
Infezioni da germi sensibili alla gentamicina. Forme pleuro-polmonari:bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi. Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell'uretere, dellavescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelviperitoniti, mastiti, ecc. Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e nei trapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, il farmacopuo' essere considerato come farmaco di scelta. Nelle infezioni graviche mettono in pericolo la vita del paziente, Il farmaco puo' esseresomministrata in associazione ad un antibiotico betalattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).
CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Anamnesi di ipersensibilita' o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi. Miastenia grave. Gravidanza e allattamento.
POSOLOGIA
Il farmaco puo' essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia e' identica. La via endovenosa e' consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolare non e' attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di forme mieloproliferative). La somministrazione endovenosa sara' effettuata, preferibilmente mediante infusione in 1-2 ore, alle stesse dosi previsteper la via intramuscolare. Ogni singola dose dovra' essere diluita in100-200 ml di soluzione fisiologica o di destrosio al 5%; nei bambiniil volume del diluente sara' ridotto. In ogni caso la concentrazione non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%). Il farmaco e' stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia e' peraltro dalimitarsi a casi eccezionali). Pazienti con funzionalita' renale normale. Adulti: la dose consigliata per il trattamento delle infezioni sistemiche e' di 3 mg/kg/die (1 mg/kg ogni 8 ore o 1,5 mg/kg ogni 12 ore). Nelle infezioni che costituiscono un pericolo per la vita del paziente e' consigliata una posologia fino a 5 mg/kg/die da somministrarsi in 3 o 4 dosi per i primi 2-3 giorni di trattamento; successivamente sara' ridotta a 3 mg/die/kg. Per le infezioni urinarie e per le infezioni extra-urinarie di grado moderato possono essere sufficienti 2 mg/kg/die, in 2 dosi refratte. Schema posologico orientativo per i pazientidi oltre 50 kg di peso: 80 mg, 3 volte al di'. 80 mg, 2 volte al di' nelle infezioni urinarie e nelle infezioni extra-urinarie di gravita' moderata. Bambini: nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. La dose consigliata varia in funzione dell'eta', come di seguito. Prematuri e neonati a termine fino a 1 settimana di vita. Dose totale: 5-6 mg/kg/die; dose singola: 2,5-3 mg/kg ogni 12 h. Lattanti e neonati oltre 1 settimana di vita. Dose totale: 7,5 mg/kg/die; dose singola: 2,5 mg/kg ogni 8 h. Bambini. Dose totale: 6-7,5 mg/kg/die;dose singola: 2-2,5 mg/kg ogni 8 h. Schema pratico. Neonati a termine(3,5 -5 Kg): 2,8 mg/kg - 2 mg/kg ogni 12 ore. Bambini da 5 a 10 kg: 4- 2 mg/kg ogni 8-12 ore. Bambini da 11 a 20 kg: 40 mg ogni 8-12 ore.L'adeguamento dei dosaggi deve essere fatto in funzione dell'eta' delpaziente, del tipo e della gravita' dell'infezione. Nei pazienti obesi, il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico. La durata del trattamento e' in genere di 7-10 giorni. Nelle infezioni gravi o complicate puo' rendersi necessario un trattamento piu' prolungato. In tali casi puo' aumentare il rischio di effetti secondari, si dovra' percio' rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalita' renale, uditiva e vestibolare. E' comunque consigliabile continuare la terapia per almeno 48 ore dopo lo sfebbramento. Pazienti confunzionalita' renale alterata. Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati per via renale, la frequenza della somministrazione verra' stabilita in base alla funzionalita' renale, come di seguito. Adulti. Dose: 1-1,7 mg/kg. Clearance creatinina (ml/min): > 70; frequenza somministrazioni: ogni 8 ore. Clearance creatinina (ml/min): 35-70; frequenza somministrazioni: ogni 12 ore. Bambini. Dose: 2-2,5 mg/kg. Clearance creatinina (ml/min): 24 -34; frequenza somministrazioni: ogni 18 ore. Clearance creatinina (ml/min): 16-23; frequenza somministrazioni: ogni 24 ore. Clearance creatinina (ml/min): 10-15; frequenza somministrazioni: ogni 36 ore. Clearance creatinina (ml/min): 5-9; frequenza somministrazioni: ogni 48 ore. La frequenza delle somministrazioni puo' essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema: mg/100 ml creatininasierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi. Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottopostia emodialisi, la quantita' di gentamicina rimossa dal plasma puo' variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Un'emodialisi di 6 ore puo' ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%. Le dosi consigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1-1,7 mg/kg in base al grado di severita' dell'infezione. Nel bambino possono essere somministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantita' minore rispetto all'emodialisi.
CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale per riparare il medicinale dallaluce.
AVVERTENZE
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressasordita' dell'orecchio interno, usare la gentamicina solo se il suo uso e' considerato fondamentale. Diminuire la frequenza o la dose di somministrazione nei pazienti con funzione renale compromessa. L'insufficienza renale si osserva nel 10% circa dei pazienti trattati con gentamicina ed e' di solito reversibile. Principali fattori di rischio: la dose totale elevata, la terapia prolungata, l'aumento del livello sierico; altri possibili fattori di rischio: eta', ipovolemia e shock. I segni clinici del danno renale: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche della creatinina e dell'urea. In casi isolati si verifica un'insufficienza renale acuta. Effettuare una valutazione periodica della funzionalita' renale e degli elettroliti sierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono il farmaco per piu' di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliate per l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Il farmaco e' potenzialmente nefrotossico. Il rischio di nefrotossicita' aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalita' renale e in quelli che ricevonodosi elevate o una terapia prolungata. Pazienti anziani possono avereuna riduzione della funzione renale, che puo' non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. Piu' utile l'esame della clearance creatininica. E' importantein tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina. In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina e' stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduria e acidosi metabolica. Al fine di evitare gli eventi avversi monitorare continuamente la funzionalita' renale, la funzionalita' vestibolaree della coclea come anche i parametri epatici e di laboratorio. I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto strettocontrollo clinico a causa della potenziale tossicita' associata con illoro utilizzo. Poiche' i pazienti anziani e i bambini possono essereparticolarmente a rischio, mantenerli sotto stretto controllo clinico.Nei pazienti con significativa obesita', monitorare le concentrazionisieriche di gentamicina e di ridurne la dose. E' possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare, con possibili effetti sull'equilibrio e sull'udito. La reazione ototossica piu' comune e' il danno vestibolare.La perdita dell'udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell'acuita' uditiva alle alte frequenze ed e' di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti: preesistenti danni della funzione renaleo un'anamnesi di danno a carico dell'ottavo nervo cranico; il rischioaumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall'associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell'orecchio, vertigine e meno comune la perdita dell'udito. Il meccanismo vestibolare e' colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 mcg/ml. E' reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose. Esaminare l'urina per l'eventualeriduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Determinare periodicamente l'azoto ureico e l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatina. Si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicita' o nefrotossicita' modificare la posologia o interrompere il farmaco. In rari casi modifiche della funzionalita' renale o dell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia. Se possibile monitorare le concentrazioni sieriche al fine di assicurare adeguati livelli ed evitarelivelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, modificare le dosi in modo daevitare livelli sopra i 2 mcg/ml. Picchi eccessivi e/o concentrazionisieriche di aminoglicosidi troppo elevate aumentano il rischio di tossicita' renale o dell'ottavo nervo cranico. In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica puo' comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda il dosaggio della concentrazione sierica come baseper modificare il dosaggio. Si deve evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmaci nefrotossici e/o neurotossici. L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico otopico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossicideve essere evitato. Se l'utilizzo di queste associazioni e' necessario, sorvegliare strettamente le funzioni renali con test di laboratorioappropriati. L'eta' avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicita' per i pazienti. Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riportati nel gatto trattato con dosi elevate di gentamicina. La possibilita' che tali fenomeni accadano nell'uomo va tenuta in considerazione se la gentamicina e' somministrata per qualsiasi via a pazienti in trattamento con farmaci bloccanti neuromuscolari. In caso si manifesti blocco neuromuscolare, l'utilizzo di sali di calcio puo' rendere reversibile tale fenomeno.Utilizzare gli aminoglicosidi con cautela in pazienti con disturbi neuromuscolari, poiche' tali farmaci possono in via teorica aggravare ladebolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-similesulle sinapsi neuromuscolari. E' dimostrata una allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. Durante il trattamento i pazienti devono essereben idratati. Il trattamento con gentamicina puo' comportare la crescita eccessiva di microorganismi insensibili al farmaco. Se questo accade, e' indicata una terapia appropriata. Diarrea e colite pseudomembranosa sono state osservate quando la gentamicina e' associata con altriantibiotici. Queste diagnosi devono essere considerate in ogni paziente che sviluppa diarrea durante o subito dopo il trattamento. Interrompere se una diarrea grave e/o diarrea sanguinosa si presenta durante il trattamento e deve essere iniziata la terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi. Questo medicinale contiene: sodio metabisolfito che raramente causa gravi reazioni di ipersensibilita' e broncospasmo. Contiena anche propile p-idrossi beanzoato e metile p-idrossi benzoato. Puo' causare reazioni allergichee, eccezionalmente, broncospasmo.
INTERAZIONI
E' stata dimostrata un'allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. E'stato riferito un aumento della nefrotossicita' potenziale della gentamicina in seguito della somministrazione, susseguente o contemporanea,di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomicina, vancomicina e altri aminoglicosidi. Un aumento della nefrotossicita' e' stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine. L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicita'. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterandone laconcentrazione nel siero e nei tessuti. In caso di farmaci contenenticisplatino, si tenga presente che la nefrotossicita' di gentamicina puo' aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazionedi queste sostanze. Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantita' significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicita' di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.Sebbene non sia stato riferito nella pratica clinica nessun caso di blocco neuromuscolare ne' con gentamicina ne' con altri aminoglicosidici, l'attivita' di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina odurante trasfusioni massive di sangue citrato. Qualora la gentamicinavenga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare puo' essere amplificato e prolungato sesi utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. Inconsiderazione dell'aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione. Qualora si verificasse, il bloccopuo' essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, dialtri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puo' accrescere il rischio di tali effetti. Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci. Gli aminoglicosidi possono aumentare l'effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato inconcomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L'anestesista deve essere messo a conoscenza dell'uso di aminoglicosidi prima diun intervento chirurgico. In vitro l'associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puo'causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillinosimile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si e' verificata una riduzione dell'emivita o dei livelli plasmatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed anche in alcuni soggetti con funzionalita' renale normale.E' stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina. Nei neonati, l'indometacina potrebbe aumentarele concentrazioni plasmatiche di gentamicina. L'uso concomitante con ifarmaci anticoagulanti orali puo' aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati puo' aumentareil rischio di ipocalcemia. La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica puo' aumentare il rischio di tossicita'dovuto a blocco neuromuscolare. Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l'effetto della gentamicina.
EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di gentamicina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singolieffetti elencati. Patologie renali ed urinarie. Proteinuria, compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta, iperfosfaturia, aumento dell'azotemia (reversibile), sindrome simil Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica in pazienti trattati con dosi elevateper un periodo prolungato. Le anormalita' nei valori dei test clinicidi laboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica. Patologie dell'orecchio. Ronzii, riduzione della sensibilita' uditiva che puo' essere irreversibile, perdita irreversibile dell'udito, sordita'. Patologie del sistema nervoso. Convulsioni, allucinazioni, attacchi epilettici, vertigini, tinnito, torpore, parestesie, fascicolazioni, sindrome tipo miastenia gravis, febbre, cefalea,polineuropatie, encefalopatia, blocco neuromuscolare, capogiri. Disturbi psichiatrici. Confusione, depressione, sindrome cerebrale organicaacuta, allucinazioni. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Depressione respiratoria. Patologie dell'occhio. Disturbi della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Danno vestibolare, perdita dell'udito, malattia di Me'nie're, tinnito, vertigini. Patologiegastrointestinali. Anoressia, perdita di peso, nausea, vomito, scialorrea, stomatite, stati transitori di epatomegalia, colite pseudomembranosa. Patologie vascolari. Ipertensione, ipotensione. Disturbi del sistema immunitario. Reazioni di ipersensibilita' di gravita' variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilita' (anafilassi) fino allo shock anafilattico. Esami diagnostici. Aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), dellalatticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio;alterazioni dei tests di funzionalita' renale. Patologie del sistemaemolinfopoietico. Anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitositransitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e deltessuto connettivo. Dolore alle articolazioni. Patologie sistemiche econdizioni relative alla sede di somministrazione. Febbre, cefalea. Dolore nel sito di iniezione, atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale. Infezioni ed infestazioni Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.Eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, porpora, alopecia.Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placenta e possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordita' congenita bilaterale irreversibile inbambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi durante la gravidanza. Se il farmaco viene somministrato durante la gravidanza o se lapaziente si accorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume ilfarmaco, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva delneonato. In donne che allattano, il farmaco e' escreto nel latte materno in piccole quantita'. Il neonato allattato al seno puo' svilupparediarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiederel'interruzione dell'allattamento al seno. Tenere presente la possibilita' di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorre decidere se interromperel'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazionel'importanza del farmaco per la madre.
Specifiche
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