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Lab. Farmacologico Milanese Litio Carbonato 50 Compresse300 Mg

Lab. Farmacologico Milanese Litio Carbonato 50 Compresse300 Mg

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  • Codice articolo: 030226017
Descrizione
DENOMINAZIONE
LITIO CARBONATO LFM 300 MG COMPRESSE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Psicolettici; antipsicotici; litio.

PRINCIPI ATTIVI
Una compressa contiene; principio attivo: litio carbonato 300 mg. Eccipienti con effetti noti: sodio (vedere paragrafo 4.4). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere 6.1.

ECCIPIENTI
Amido di mais, sodio carbossimetilamido, cellulosa microcristallina, magnesio stearato, sodio laurilsolfato, talco.

INDICAZIONI
Profilassi e trattamento degli stati di eccitazione nelle forme maniacali e ipomaniacali e degli stati di depressione o psicosi depressive croniche delle psicosi maniaco-depressive. Cefalea a grappolo solo in soggetti che non rispondano ad altra terapia, a causa del basso indiceterapeutico del litio carbonato.

CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. I sali di litio sono controindicati in:patologie cardiache, insufficienza renale, grave stato di debilitazione, aumentata deplezione di sodio, trattamento concomitante con diuretici, gravidanza accertata o presunta e nell'allattamento (vedere par. 4.6). La sicurezza e l'efficacia dei sali di litio nei bambini sotto i12 anni non e' stata ancora stabilita, pertanto l'uso in tali pazientinon e' consigliato, salvo diverso parere dello specialista.

POSOLOGIA
Il dosaggio deve essere definito su base individuale in relazione allalitiemia, alla tolleranza del paziente e alla risposta clinica individuale. Adulti e adolescenti: 300 mg da 2 a 6 volte al giorno, somministrati ad intervalli regolari. Le dosi massime vanno impiegate nella terapia di attacco delle forme gravi, le minime nella terapia di mantenimento profilattico. E' sempre necessario iniziare la terapia con bassedosi di farmaco e titolare la dose in base alla misurazione della litiemia. Se la terapia con sali di litio viene utilizzata nel range di eta' 12-18 anni oltre le usuali cautele e raccomandazioni, la durata dovrebbe essere relativamente breve e continuata solo in presenza di inequivocabili segni di risposta clinica al farmaco.

CONSERVAZIONE
Conservare in confezione ben chiusa.

AVVERTENZE
I sali di litio hanno un basso indice terapeutico (rapporto terapeutico/tossico ristretto) e quindi non dovrebbero essere prescritti se none' possibile controllarne la concentrazione ematica. E' sempre necessario iniziare la terapia con basse dosi di farmaco e titolare la dose in base alla misurazione della litiemia. All'inizio della terapia e' consigliabile effettuare la prima determinazione della litiemia al raggiungimento dello stato stazionario, cioe' dopo 4-8 giorni l'inizio della terapia stessa, su di un campione ematico prelevato a distanza di 10-12 ore dall'ultima somministrazione. Ripetere poi la misurazione della litiemia ogni settimana finche' la posologia non resti costante peraltre quattro settimane e poi ogni tre mesi. Aggiustamenti della dosedevono essere effettuati per mantenere la litiemia nell'intervallo 0,4-1 mEq/litro. Per il trattamento della mania acuta sono di solito necessarie concentrazioni plasmatiche comprese tra 0,8 e 1 mEq/litro. La prevenzione delle ricorrenze e' generalmente realizzata con concentrazioni plasmatiche comprese tra 0,6 e 0,75 mEq/litro, ma alcuni pazientisono controllati anche da concentrazioni piu' basse pari a 0,4-0,6 mEq/litro. E' necessario monitorare la litiemia e lo stato clinico del paziente dopo ogni incremento di dose ed effettuare controlli costanti durante tutta la durata della terapia ed in particolare in caso di malattie intercorrenti (incluse le infezioni del tratto urinario), alternanza di fasi maniacali e depressive, introduzione di nuovi farmaci e cambiamenti nella dieta con modifiche nell'assunzione di sali e liquidi.La biodisponibilita' varia molto nelle diverse preparazioni: sostituire una preparazione con un'altra richiede le stesse precauzioni dell'inizio del trattamento, attenti monitoraggi della litiemia, conseguentiaggiustamenti della dose e la valutazione dello stato clinico del paziente da parte del medico. Prima di iniziare la terapia con sali di litio e' consigliabile valutare la funzionalita' cardiaca, renale e tiroidea. Tali prove dovranno essere ripetute periodicamente in corso di terapia. Preesistenti lievi disturbi della tiroide non costituiscono necessariamente una controindicazione al trattamento con litio; ove esista ipotiroidismo la funzionalita' tiroidea va controllata sia durantela fase di attacco sia durante il mantenimento. In caso di manifestazione di ipotiroidismo in corso di terapia, e' opportuno effettuare un'idonea terapia sostitutiva con ormoni tiroidei. La funzionalita' renalee tiroidea dovrebbero essere controllate ogni 6-12 mesi in regimi stabili (salvo diversa prescrizione medica). Durante la terapia con litio, i pazienti devono essere sottoposti a regolare monitoraggio con controllo della crasi ematica. La terapia con litio deve essere utilizzatacon cautela in pazienti con patologie cardiovascolari o con storia famigliare di prolungamento dell'intervallo QT. La terapia con litio nondeve essere iniziata in pazienti con insufficienza renale (vedere par. 4.3.). Durante la terapia con sali di litio, graduali o improvvise variazioni della funzionalita' renale, anche se entro limiti normali, indicano la necessita' di rivedere il trattamento. Tumori renali: sonostati riportati casi di microcisti, oncocitoma e carcinoma renale deidotti collettori in pazienti con insufficienza renale grave che assumevano litio da piu' di 10 anni (vedere il paragrafo 4.8). La terapia con sali di litio non e' consigliata in pazienti con morbo di Addison oaltre condizioni associate a deplezione di sodio e in pazienti gravemente debilitati o disidratati. La tossicita' del litio e' aumentata dalla deplezione di sodio. Una diminuzione della tollerabilita' al litiopuo' essere causata da una disidratazione corporea (profusa sudorazione, diarrea, vomito); in questi casi i pazienti devono essere avvertitidi aumentare la somministrazione di sali e liquidi e di avvisare il medico. Nel caso in cui ai disturbi suddetti si accompagni un'infezionecon temperatura elevata e' consigliabile una temporanea riduzione della dose o interruzione del trattamento sempre sotto stretto controllomedico. Una ridotta escrezione renale del litio e' stata osservata inpazienti con fibrosi cistica. Particolari cautele nell'individuazionedella dose di litio devono essere adottate nei pazienti con miasteniagrave per evitare esacerbazioni della patologia. Data la potenziale teratogenicita' del litio, e' consigliato nelle donne fertili di effettuare un test di gravidanza prima di iniziare la terapia (vedere par. 4.3 e 4.6). I pazienti dimessi da strutture sanitarie e i loro familiaridevono essere informati della necessita', che se si presentassero i seguenti sintomi che rappresentano indicatori precoci di tossicita' delfarmaco: diarrea, nausea, vomito, dolori addominali, sonnolenza, perdita della coordinazione muscolare, sedazione, tremori fini, debolezzamuscolare, sensazione di freddo, devono consultare immediatamente il medico e sospendere la terapia. E' compito dello specialista informareil medico di base del trattamento al quale il paziente e' sottoposto.Sospendere l'assunzione di litio almeno una settimana prima di iniziare una terapia elettroconvulsiva (ECT) e riprendere il trattamento conil litio alcuni giorni dopo il completamento della stessa. Inoltre, laterapia con litio dovrebbe essere sospesa 24 ore prima di interventichirurgici maggiori, in quanto la ridotta clearance renale associata all'anestesia puo' portare ad accumulo di litio. La terapia con litio deve essere ristabilita il piu' velocemente possibile dopo l'intervento. Anche se non ci sono prove chiare di sintomi da astinenza o psicosida rimbalzo, l'interruzione brusca del litio aumenta il rischio di ricaduta. Se il trattamento deve essere sospeso, la dose dovrebbe essereridotta gradualmente nell'arco di qualche settimana sotto stretto controllo medico; i pazienti dovrebbero essere messi in guardia sulla possibilita' di ricaduta in caso di interruzione brusca. Il litio puo' prolungare l'effetto dei bloccanti neuromuscolari. Pertanto questi farmaci dovranno essere sempre somministrati con precauzione ai pazienti aiquali e' somministrato il litio (vedere par. 4.5). Informazioni importanti su alcuni eccipienti: questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioe' essenzialmente 'senza sodio'.

INTERAZIONI
Antipsicotici: l'associazione con clozapina, aloperidolo o fenotiazineprovoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapiramidali e possibile neurotossicita' (associazione da evitare). L'associazione consulpiride provoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapiramidali (associazione da evitare). L'associazione con sertindolo e tioridazina provoca un aumento del rischio di aritmie ventricolari. L'associazione con aloperidolo puo' provocare una sindrome da encefalopatia;un tale evento (caratterizzato da debolezza, letargia, febbre, tremori, convulsioni, confusione, sintomi extrapiramidali, leucocitosi), seguito da un irreversibile danno cerebrale, si e' verificato in alcuni pazienti trattati con litio contemporaneamente ad aloperidolo. Benche'non sia stata sicuramente stabilita una relazione causale tra questi eventi e la concomitante somministrazione di litio e aloperidolo, i pazienti sottoposti a questa terapia combinata devono essere attentamentecontrollati onde svelare prontamente i primi segni di neurotossicita'che impongono la sospensione immediata del trattamento. Esiste la possibilita' di simili reazioni con altri medicinali antipsicotici. L'associazione con antipsicotici puo' mascherare i sintomi di tossicita' del litio, in quanto essi possono prevenire l'insorgenza della nausea, la quale rappresenta uno dei primi sintomi dell'intossicazione da litio. Antidepressivi: l'associazione con venlafaxina puo' provocare un aumento degli effetti serotoninergici del litio. L'associazione con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina puo' provocare un aumento del rischio di effetti sul sistema nervoso centrale. L'associazione con antidepressivi triciclici puo' provocare un aumento del rischio di tossicita' da litio. Inoltre, sintomi quali diarrea, confusione,tremori e agitazione sono stati osservati durante la terapia combinata litio e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Metildopa: l'associazione con metildopa puo' determinare un aumento della tossicita' del litio (neurotossicita'), anche in presenza di valori di litiemia compresi nell'intervallo terapeutico. Antiepilettici: fenomeni di neurotossicita' sono stati osservati in seguito alla somministrazione combinata di litio con antiepilettici (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina). Alcool: l'assunzione concomitante di alcool puo' causare un aumento del picco plasmatico del litio.ACE inibitori: l'associazione con ACE inibitori puo' provocare una riduzione dell'eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia. Antiaritmici: l'uso concomitante di amiodarone puo' provocare insorgenza di aritmie ventricolari (associazione sconsigliata). Antagonisti: del recettore dell'angiotensina II L'associazione con antagonistidel recettore dell'angiotensina II puo' provocare una riduzione dell'eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia. Calcio-antagonisti: l'uso concomitante di calcio-antagonisti (in particolare verapamil e diltiazem) puo' determinare neurotossicita', senza aumentodella concentrazione plasmatica di litio, con sintomi quali atassia, tremori, nausea, vomito, diarrea e tinnito. Farmaci antinfiammatori nonsteroidei (FANS): farmaci antinfiammatori non steroidei (diclofenac,ibuprofene, indometacina, acido mefenamico, naproxene, ketorolac, piroxicam ed inibitori selettivi della COX2) riducono la clearance del litio, producendo un aumento della litiemia con conseguente aumento del rischio di tossicita' (associazione da evitare). Durante l'assunzione concomitante di nimesulide, la litiemia deve essere attentamente monitorata. Farmaci antinfiammatori steroidei (Corticosteroidi): l'assunzione concomitante di corticosteroidi provoca ritenzione idrosalina, con conseguente aumento della litiemia. Diuretici: l'assunzione concomitante di diuretici dell'ansa e di tiazidici provoca una riduzione dell'eliminazione di litio con aumento della litiemia e rischio di tossicita'.L'associazione con diuretici osmotici, acetazolamide, amiloride e triamterene (significativo in particolare con amiloride e triamterene) puo' provocare un aumento dell'escrezione di litio. In particolare, la somministrazione di un diuretico tiazidico a pazienti stabilizzati in terapia con litio determina dopo 3-5 giorni un aumento della litiemia.Minori variazioni della litiemia sono state osservate con i diureticidell'ansa (furosemide, bumetanide ed acido etacrinico), cio' nonostante, i pazienti in terapia con tale associazione devono essere attentamente controllati. Evidenze scientifiche suggeriscono che se un pazientein trattamento con litio deve iniziare una terapia con diuretici, ladose di litio dovrebbe essere ridotta dal 25 al 50% e la litiemia misurata due volte a settimana. L'indapamide ed il litio non devono essereusati in concomitanza per una possibile tossicita' del litio conseguente ad una ridotta clearance renale. I diuretici risparmiatori di potassio non aumentano la litiemia. Metoclopramide: l'associazione con metoclopramide provoca un aumento del rischio di effetti extrapiramidali.Metronidazolo: l'associazione con metronidazolo provoca un aumento della litiemia. Aminofillina e mannitolo: l'associazione con aminofillina e mannitolo comporta una diminuzione della litiemia. Riduzione dellaconcentrazione plasmatica e aumento dell'escrezione urinaria di litiosono state osservate in seguito alla terapia combinata con clorpromazina, acetazolamide, xantine, urea e agenti alcalinizzanti come il sodio bicarbonato. Aumenti significativi del consumo di caffe' possono portare a diminuzioni nella concentrazione plasmatica del litio. Il litiopuo' prolungare l'effetto dei bloccanti neuromuscolari. Pertanto questi farmaci dovranno essere somministrati con precauzione ai pazienti in terapia con litio. Interazioni che riducono le concentrazioni di litio: la co-somministrazione dei seguenti medicinali con litio puo' portare ad una diminuzione delle concentrazioni ematiche di litio ed al rischio di perdita di efficacia: empagliflozin; dapagliflozin.

EFFETTI INDESIDERATI
L'insorgenza e la severita' degli effetti indesiderati sono generalmente correlati ai livelli plasmatici, alla velocita' con la quale si raggiunge il picco plasmatico e al diverso grado di sensibilita' al litiodel singolo paziente. Generalmente sono tanto piu' gravi quanto piu'alta e' la concentrazione plasmatica del farmaco. La litiemia deve essere, dunque, monitorata regolarmente durante la terapia per controllare che non si raggiungano livelli plasmatici associati ad un aumento della tossicita'. Tuttavia alcuni pazienti possono avere livelli di litiemia considerati tossici e non presentare alcun segno di tossicita'; altri, al contrario, possono sviluppare tossicita' alle concentrazioniterapeutiche. Generalmente, effetti indesiderati si manifestano con maggiore frequenza quando si raggiungono livelli plasmatici superiori a1,5 mEq/litro, ma possono verificarsi anche per concentrazioni di 1 mEq/litro, in particolare negli anziani. Per questi motivi, sebbene le concentrazioni plasmatiche ritenute ragionevolmente sicure rientrino nell'intervallo 0,4-1,25 mEq/litro, e' preferibile mantenere la litiemiaall'interno dell'intervallo 0,4-1 mEq/litro. Leggeri tremori alle mani, poliuria e una sete moderata possono presentarsi all'inizio della terapia della fase maniacale acuta e un malessere generale puo' manifestarsi durante i primi giorni di somministrazione. Tali effetti indesiderati generalmente scompaiono con la prosecuzione del trattamento o con una temporanea riduzione della dose del farmaco. Se persistono e' necessario interrompere il trattamento. Durante le ventiquattro ore successive alla prima somministrazione di litio, si puo' avere un aumentodell'escrezione urinaria di sodio, potassio e di mineralcorticoidi. Successivamente, l'escrezione di potassio si normalizza e si puo' aver ritenzione di sodio, per aumentata secrezione di aldosterone, con la comparsa di edema pretibiale. Anche questi effetti indesiderati scompaiono normalmente in pochi giorni. Tuttavia, la terapia con litio puo' determinare una progressiva diminuzione della capacita del rene di concentrare l'urina con possibile insorgenza di diabete insipido di originenefrogena. Diarrea, nausea, vomito, dolori addominali, sonnolenza, debolezza muscolare, incoordinazione motoria, sedazione, secchezza dellefauci, sensazione di freddo, rallentamento della parola e nistagmo sono i primi segni di intossicazione da litio e possono verificarsi a livelli plasmatici inferiori a 2 mEq/litro. A piu' alti livelli di litiemia, i sintomi possono progredire rapidamente. Si possono manifestareiperreflessia, atassia, vertigini, tinnito, annebbiamento della vistaed intensa poliuria. Livelli plasmatici di litio superiori a 3 mEq/litro possono produrre un complesso quadro clinico, coinvolgendo vari organi e apparati fino ad esitare in convulsioni generalizzate, insufficienza circolatoria acuta, stupore, coma e morte. In corso di terapia sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati. Patologie del sistema nervoso: assenze, attacchi epilettici, difficolta' della parola, stordimento, vertigini, incontinenza delle urine e delle feci, sonnolenza, stanchezza, letargia, ritardi psicomotori, confusione, irrequietezza, stupore, coma, tremori, iperirritabilita' muscolare (contrazioni,movimenti clonici delle gambe), atassia, movimenti coreoatetosici, ipereccitabilita' dei riflessi tendinei profondi, secchezza delle fauci.Patologie cardiache: aritmie cardiache, ipotensione, collasso della circolazione periferica, scompenso circolatorio (raramente). Sono statiosservati: casi di prolungamento dell'intervallo QT, aritmie ventricolari (come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco); casi di morte improvvisa Patologie renali e urinarie: albuminuria, oliguria, poliuria, glicosuria. Cambiamenti morfologici con fibrosi glomerulare ed interstiziale e atrofia dei nefroni, sono stati riscontrati in corso di terapia prolungata di Litio. Tuttavia uguali manifestazioni si sono verificate anche in pazienti maniaco-depressivi mai trattati con sali di litio. Frequenza non nota: microcisti, oncocitoma e carcinoma renale dei dotti collettori (nella terapia a lungo termine) (vedere paragrafo 4.4). Patologie endocrine: anormalita' tiroidee: gozzo tiroideo e/o ipotiroidismo (incluso mixedema). Sono stati riscontrati rari casi di ipertiroidismo. Patologiegastrointestinali: anoressia, nausea, vomito e diarrea. Patologie delsistema emolinfopoietico: in letteratura e' stato riscontrato un casodi marcata leucopenia (senza apprezzabili modificazioni dei valori dieritrociti e piastrine) associato con un aumento acuto della litemia.Inoltre in caso di terapie a lungo termine con litio sono state descritte alterazioni ematologiche. Patologie dell'occhio: scotomi transitori, disturbi della vista, Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: inaridimento ed assottigliamento dei capelli, alopecia, anestesiacutanea, follicolite cronica, esacerbazione della psoriasi, reazionelichenoide farmaco-indotta (frequenza non nota) Disturbi del metabolismo e della nutrizione: disidratazione, perdita di peso. Esami diagnostici: variazioni dell'ECG e dell'EEG. Gravidanza, puerperio e condizioni perinatali: sindrome da astinenza neonatale, sintomi extrapiramidali(vedi sezione 4.6). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. Lasegnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Aglioperatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Il litio puo' causare danni al feto; il litio e' escreto nel latte materno. Pertanto, il medicinale e' controindicato in caso di gravidanza,accertata o presunta, e durante l'allattamento. Le donne in eta' fertile devono effettuare un test di gravidanza prima di iniziare la terapia con sali di litio. Le donne in eta' fertile che siano gia' in terapia con sali di litio e vogliano predisporre una gravidanza devono interrompere la terapia scalando gradualmente la dose, sotto stretto controllo medico, per evitare la comparsa di ricadute (vedere par. 4.4) Dopo pochi giorni dal parto e' consigliabile, sempre sotto stretto controllo medico, riprendere la terapia a basse dosi per l'aumento del rischio di episodi maniacali e di ricadute nel periodo post partum , evitando accuratamente l'allattamento al seno. I neonati esposti agli antipsicotici convenzionali o atipici incluso Litio carbonato L.F.M. duranteil terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali o di astinenza che possono variareper gravita' e durata dopo la nascita. Ci sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio, disturbi dell'assunzione di cibo. Pertanto i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati.
Specifiche
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