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REMSIMA*1 penna SC 120 mg/ml + 2 tamponi imbevuti

REMSIMA*1 penna SC 120 mg/ml + 2 tamponi imbevuti

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  • Codice articolo: 042942122
Descrizione
DENOMINAZIONE
REMSIMA SOLUZIONE INIETTABILE

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Immunosoppressori, inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alpha).

PRINCIPI ATTIVI
Remsima 120 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita: ogni siringa preriempita monodose da 1 mL contiene 120 mg di infliximab*. Remsima 120 mg soluzione iniettabile in penna preriempita: ogni penna preriempita monodose da 1 mL contiene 120 mg di infliximab*. * Infliximab e' un anticorpo monoclonale umano-murino chimerico IgG1 prodotto in cellule di ibridoma murino con tecnologia DNA ricombinante. Eccipiente(i)con effetti noti: sorbitolo 45 mg per 1 mL. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1

ECCIPIENTI
Acido acetico, sodio acetato triidrato, sorbitolo, polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili.

INDICAZIONI
Artrite reumatoide; Remsima, in associazione con metotrexato, e' indicato per la riduzione dei segni e dei sintomi e il miglioramento dellafunzione fisica in: pazienti adulti con malattia in fase attiva quandola risposta ai medicinali anti-reumatici che modificano la malattia (DMARD disease-modifying anti-rheumatic drug), incluso il metotrexato,sia stata inadeguata; pazienti adulti con malattia severa, in fase attiva e progressiva non trattata precedentemente con metotrexato o con altri DMARD. In questa popolazione di pazienti e' stato dimostrato, mediante valutazione radiografica, una riduzione del tasso di progressione del danno articolare (vedere paragrafo 5.1). Malattia di Crohn; Remsima e' indicato per: il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva, di grado da moderato a severo, in pazienti adulti che non abbiano risposto nonostante un trattamento completo ed adeguato con corticosteroidi e/o immunosoppressori; o in pazienti che non tollerano o che presentano controindicazioni mediche per le suddette terapie; il trattamento della malattia di Crohn fistolizzante in fase attiva, in pazienti adulti che non abbiano risposto nonostante un ciclo di terapia completo ed adeguato con trattamento convenzionale (inclusi antibiotici, drenaggio e terapia immunosoppressiva). Colite ulcerosa: Remsima e' indicato per il trattamento della colite ulcerosa in fase attiva, di gradoda moderato a severo, in pazienti adulti che non hanno risposto in modo adeguato alla terapia convenzionale inclusi corticosteroidi e 6-mercaptopurina (6-MP) o azatioprina (AZA), o che risultano intolleranti opresentano una controindicazione medica a queste terapie. Spondiliteanchilosante: Remsima e' indicato per il trattamento della spondiliteanchilosante severa in fase attiva in pazienti adulti che non hanno risposto in modo adeguato alle terapie convenzionali. Artrite psoriasica: Remsima e' indicato per il trattamento dell'artrite psoriasica attiva e progressiva in pazienti adulti qualora la risposta a precedenti trattamenti con DMARD sia stata inadeguata. Remsima deve essere somministrato: in associazione con metotrexato o singolarmente in pazienti cherisultano intolleranti al metotrexato o per i quali esso sia controindicato. Infliximab ha mostrato di migliorare la funzione fisica in pazienti con artrite psoriasica e di ridurre il tasso di progressione deldanno alle articolazioni periferiche, misurato con i raggi X in pazienti con sottotipi simmetrici poliarticolari della malattia (vedere paragrafo 5.1). Psoriasi: Remsima e' indicato per il trattamento della psoriasi a placche di grado da moderato a severo nei pazienti adulti chenon hanno risposto o per i quali siano controindicati o sono risultati intolleranti ad altri trattamenti sistemici inclusi la ciclosporina,il metotrexato o lo psoralene ultravioletto A (PUVA) (vedere paragrafo 5.1).

CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo, ad altre proteine murine, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; pazienti contubercolosi o altre infezioni severe quali sepsi, ascessi e infezioniopportunistiche (vedere paragrafo 4.4); pazienti con insufficienza cardiaca da moderata a severa (Classe III/IV NYHA - New York Heart Association) (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).

POSOLOGIA
Il trattamento con Remsima deve essere iniziato e supervisionato da medici specialisti esperti nella diagnosi e nel trattamento delle condizioni per cui Remsima e' indicato. Ai pazienti trattati con Remsima, deve essere consegnato il foglio illustrativo e la scheda di promemoriaper il paziente. Le istruzioni per l'uso sono presenti nel foglio illustrativo. Per le iniezioni successive e dopo una formazione adeguata nella tecnica di iniezione sottocutanea, i pazienti possono eseguire dasoli l'iniezione di Remsima, se il loro medico ritiene che sia appropriato e con follow-up medico se necessario. L'idoneita' del paziente per l'uso sottocutaneo domiciliare deve essere valutata e i pazienti devono essere invitati a informare il loro operatore sanitario nel casomanifestassero sintomi di una reazione allergica prima della somministrazione della dose successiva. I pazienti devono ricorrere immediatamente all'assistenza medica se sviluppano i sintomi di reazioni allergiche gravi (vedere paragrafo 4.4). Durante il trattamento con Remsima, deve essere ottimizzato l'uso di altre terapie concomitanti quali ad esempio corticosteroidi ed immunosoppressori. E' importante controllarele etichette del prodotto per assicurarsi che venga somministrata la formulazione corretta (endovenosa o sottocutanea) al paziente, come prescritto. Remsima formulazione per uso sottocutaneo non e' previsto perla somministrazione endovenosa e deve essere somministrato solo mediante iniezione sottocutanea. Posologia. Adulti (>= 18 anni); artrite reumatoide: il trattamento con Remsima formulazione per uso sottocutaneodeve essere iniziato con dosi di carico di infliximab, che possono essere somministrate per via endovenosa o sottocutanea. Quando vengono utilizzate dosi di carico mediante somministrazione sottocutanea, Remsima 120 mg deve essere somministrato mediante iniezione sottocutanea seguita da ulteriori iniezioni sottocutanee 1, 2, 3 e 4 settimane dopo la prima iniezione e successivamente ogni 2 settimane. Se vengono somministrate dosi di carico mediante somministrazione endovenosa di infliximab per iniziare il trattamento, devono essere somministrate 2 infusioni endovenose di infliximab da 3 mg/kg a 2 settimane di distanza. Ilprimo trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimane dopo la seconda somministrazione per via endovenosa. La dose di mantenimento raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' 120 mg unavolta ogni 2 settimane. Remsima deve essere somministrato in concomitanza con metotrexato. I dati disponibili suggeriscono che la risposta clinica viene raggiunta solitamente entro 12 settimane di trattamento.E' necessario valutare attentamente se continuare la terapia nei pazienti che non mostrano evidenza di beneficio terapeutico entro le prime12 settimane di trattamento (vedere paragrafo 5.1). Malattia di Crohnin fase attiva, di grado da moderato a severo: il trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimane dopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' di 120 mg una volta ogni 2 settimane. Se un paziente non risponde alla terapia dopo 2 dosi di infusioni endovenose, non gli si deve somministrare nessun ulteriore trattamento con infliximab.I dati disponibili non supportano un ulteriore trattamento con infliximab in pazienti che non rispondono entro 6 settimane dalla prima infusione. Malattia di Crohn fistolizzante in fase attiva: Remsima 120 mg somministrato per via sottocutanea 4 settimane dopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' di 120 mg una volta ogni 2 settimane. Seun paziente non risponde alla terapia dopo 6 dosi (cioe' 2 infusioniendovenose e 4 iniezioni sottocutanee), non gli si deve somministrarenessun ulteriore trattamento con infliximab. Nella malattia di Crohn,l'esperienza di risomministrazione, se i segni e i sintomi della malattia si ripresentano, e' limitata e non sono disponibili dati comparativi di rischio/beneficio delle terapie alternative per un trattamento continuo. Colite ulcerosa: il trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimane dopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' di120 mg una volta ogni 2 settimane. I dati disponibili suggeriscono che la risposta clinica viene solitamente raggiunta entro 14 settimane dall'inizio del trattamento, cioe' 2 infusioni endovenose e 4 iniezionisottocutanee (vedere paragrafo 5.1). E' necessario valutare attentamente se continuare la terapia nei pazienti che non rispondono entro questo periodo di tempo. Spondilite anchilosante: il trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimane dopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' di 120 mg una volta ogni 2 settimane. Se un paziente non risponde entro 6 settimane (cioe' dopo 2 infusioni endovenose) non deve ricevere nessun ulteriore trattamento con infliximab. Artritepsoriasica: il trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimanedopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneo e' di 120 mg una volta ogni 2 settimane. Psoriasi: il trattamento con Remsima mediante somministrazione sottocutanea deve essere iniziato come terapia di mantenimento 4 settimane dopo l'ultima somministrazione di due infusioni endovenose di infliximab da 5 mg/kg somministrate a 2 settimane di distanza. La dose raccomandata di Remsima formulazione per uso sottocutaneoe' di 120 mg una volta ogni 2 settimane. Se un paziente non rispondeentro 14 settimane (cioe' 2 infusioni endovenose e 5 iniezioni sottoocutanee), non si devono somministrare ulteriori trattamenti di infliximab. Risomministrazione per la malattia di Crohn e l'artrite reumatoide: data l'esperienza con infliximab per via endovenosa, se i segni e isintomi della malattia si ripresentano, infliximab puo' essere somministrato nuovamente entro 16 settimane dall'ultima somministrazione.

CONSERVAZIONE
Conservare in frigorifero (2 gradi C. - 8 gradi C). Non congelare. Tenere il medicinale nell'imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce. Il medicinale puo' essere conservato a temperature fino a un massimodi 25 gradi C. per un periodo di massimo 28 giorni. Il medicinale deve essere gettato se non viene utilizzato entro il periodo di 28 giorni.

AVVERTENZE
Tracciabilita': al fine di migliorare la tracciabilita' dei medicinalibiologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministratodevono essere chiaramente registrati. Reazione sistemica all'iniezione/reazione localizzata al sito d'iniezione/ipersensibilita': infliximabe' stato associato a reazioni sistemiche all'iniezione, shock anafilattico e reazioni da ipersensibilita' ritardata (vedere paragrafo 4.8).Reazioni acute incluse reazioni anafilattiche si possono verificare durante (entro secondi) o entro poche ore seguenti la somministrazionedi infliximab. Se si verificano reazioni acute, e' necessario ricorrere immediatamente all'assistenza medica. Per questo motivo, la somministrazione endovenosa iniziale deve aver luogo dove sia immediatamente adisposizione un equipaggiamento d'emergenza, quale adrenalina, antistaminici, corticosteroidi ed un ventilatore artificiale. I pazienti possono essere pretrattati, ad es., con un antistaminico, idrocortisone e/o paracetamolo per prevenire gli effetti lievi e transitori. Le reazioni localizzate al sito d'iniezione, prevalentemente di natura da lieve a moderata, includevano le seguenti reazioni limitate al sito d'iniezione: eritema, dolore, prurito, gonfiore, indurimento, ecchimosi, ematoma, edema, freddo, parestesia, emorragia, irritazione, eruzione cutanea, ulcera, orticaria, vescicole al sito di applicazione e crosta, che sono state segnalate come associate al trattamento sottocutaneo coninfliximab. La maggior parte di queste reazioni possono verificarsi immediatamente o entro le 24 ore successive all'iniezione sottocutanea.La maggior parte di queste reazioni si sono risolte spontaneamente senza alcun trattamento. Si possono sviluppare anticorpi contro l'infliximab e sono stati associati ad una maggiore frequenza di reazioni all'infusione quando la somministrazione avviene mediante infusione endovenosa. Una bassa percentuale di reazioni all'infusione era rappresentatada gravi reazioni allergiche. Con infliximab somministrato per via endovenosa, e' stata inoltre osservata un'associazione tra lo sviluppo di anticorpi contro infliximab e una riduzione della durata della risposta. La somministrazione concomitante di immunomodulatori e' stata associata ad una minore incidenza di anticorpi contro infliximab e, nel caso di somministrazione per via endovenosa di infliximab, ad una riduzione della frequenza delle reazioni all'infusione. L'effetto di una terapia immunomodulatoria concomitante era piu' intenso nei pazienti trattati episodicamente che in pazienti soggetti alla terapia di mantenimento. I pazienti che abbiano sospeso la terapia con gli immunosoppressori prima o durante il trattamento con infliximab, presentano un maggiore rischio di sviluppare tali anticorpi. Gli anticorpi contro infliximab non possono essere sempre rilevati nei campioni di siero. Se si verificano reazioni gravi, deve essere approntato un trattamento sintomatico e si deve interrompere la somministrazione di infliximab (vedereparagrafo 4.8.). Negli studi clinici sono state riportate reazioni diipersensibilita' ritardata. I dati disponibili suggeriscono un aumentodel rischio di ipersensibilita' ritardata con aumento della durata degli intervalli di tempo senza somministrazione di infliximab. I pazienti devono essere informati di contattare immediatamente il medico in caso si manifestasse una reazione avversa di tipo ritardato (vedere paragrafo 4.8). Se i pazienti vengono ritrattati dopo un periodo prolungato, devono essere strettamente controllati per verificare la comparsadi segni e sintomi di ipersensibilita' ritardata. Infezioni: prima, durante e dopo il trattamento con infliximab i pazienti devono essere strettamente monitorati per le infezioni tra cui la tubercolosi. Poiche'l'eliminazione di infliximab puo' richiedere fino a sei mesi, il monitoraggio deve continuare durante questo periodo. L'ulteriore trattamento con infliximab non deve essere somministrato qualora un paziente sviluppi infezioni gravi o sepsi. E' necessaria cautela nell'utilizzo diinfliximab in pazienti con infezione cronica o anamnesi di infezioniricorrenti, inclusa la terapia concomitante con immunosoppressori. Sidevono informare in modo appropriato i pazienti circa la necessita' dievitare l'esposizione a potenziali fattori di rischio di infezioni. Il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF alfa ) media l'infiammazione emodula le risposte immunitarie cellulari. Dati sperimentali dimostrano che il TNF alfa e' essenziale per la risoluzione delle infezioni intracellulari. L'esperienza clinica dimostra che le difese immunitarie dell'ospite sono compromesse in alcuni pazienti trattati con infliximab. Va evidenziato che la soppressione del TNF alfa puo' mascherare i sintomi di un'infezione quali la febbre. Un riconoscimento precoce di manifestazioni cliniche atipiche di infezioni gravi e di manifestazionicliniche tipiche di infezioni rare e inusuali e' un punto critico perminimizzare ritardi nella diagnosi e nel trattamento. I pazienti che assumono medicinali bloccanti il TNF sono piu' soggetti ad infezioni serie. In pazienti trattati con infliximab sono state osservate tubercolosi, infezioni batteriche, incluse la sepsi e la polmonite, infezionimicotiche invasive, virali ed altre infezioni opportunistiche. Alcunedi queste infezioni hanno avuto esito fatale; le infezioni opportunistiche piu' frequentemente riportate con una percentuale di mortalita' >5% includono pneumocistosi, candidiasi, listeriosi e aspergillosi. Ipazienti che sviluppano una nuova infezione in corso di trattamento con infliximab, devono essere attentamente monitorati e sottoposti ad una accurata valutazione diagnostica. La somministrazione di infliximabdeve essere interrotta se un paziente sviluppa una nuova infezione seria o sepsi e deve essere iniziata un'appropriata terapia antimicrobicao antifungina fino a quando l'infezione non e' risolta. Tubercolosi:in pazienti trattati con infliximab sono stati riportati casi di tubercolosi attiva. Va evidenziato che nella maggioranza di questi casi, sitrattava di tubercolosi extrapolmonare, sia localizzata che diffusa.Prima di iniziare il trattamento con infliximab, tutti i pazienti devono essere valutati per tubercolosi sia attiva che inattiva ('latente'). Questa valutazione deve includere una dettagliata anamnesi che comprenda una storia personale di tubercolosi o un possibile precedente contatto con una fonte di contagio di tubercolosi e precedenti e/o concomitanti terapie immunosoppressive. In tutti i pazienti devono essere effettuati appropriati test diagnostici (ad es., test cutanei della tubercolina, radiografia del torace e/o test del rilascio di interferone gamma) (possono essere applicate le linee guida locali).

INTERAZIONI
Non sono stati effettuati studi d'interazione. Ci sono indicazioni chel'uso concomitante di metotrexato e altri immunomodulatori in pazienti affetti da artrite reumatoide, artrite psoriasica e malattia di Crohn riduca la formazione di anticorpi contro l'infliximab ed aumenti leconcentrazioni plasmatiche di infliximab. Tuttavia i risultati non sono certi a causa dei limiti dei metodi utilizzati per il dosaggio di infliximab e degli anticorpi contro infliximab nel siero. Non sembra chei corticosteroidi alterino la farmacocinetica di infliximab in modo clinicamente rilevante. Non e' raccomandata l'associazione di infliximab con altre terapie biologiche usate per trattare le stesse condizionidi infliximab, compresi anakinra e abatacept, (vedere paragrafo 4.4).E' raccomandato che i vaccini vivi non vengano somministrati contemporaneamente a infliximab. E' inoltre raccomandato che i vaccini vivi non vengano somministrati ai lattanti dopo l'esposizione in utero a infliximab per 12 mesi dopo la nascita. Se i livelli sierici di infliximabnon sono rilevabili nel lattante o la somministrazione di infliximabe' stata limitata al primo trimestre di gravidanza, la somministrazione di un vaccino vivo puo' essere considerata piu' precocemente, se vie' un chiaro beneficio clinico per il singolo lattante (vedere paragrafo 4.4). La somministrazione di un vaccino vivo a un lattante in allattamento mentre la madre sta ricevendo infliximab non e' raccomandata ameno che i livelli sierici di infliximab del lattante siano non rilevabili (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Gli agenti terapeutici infettivi non devono essere somministrati contemporaneamente a infliximab (vedereparagrafo 4.4).

EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: l'infezione delle vie aeree superiori e' stata la piu' comune reazione avversa (ADR) riportata negli studi clinici con infliximab, riscontrata nel 25,3% dei pazienti trattaticon infliximab rispetto al 16,5% dei pazienti di controllo. Le piu' gravi ADR associate all'uso degli inibitori del TNF, riportate per infliximab, includono riattivazione del virus HBV, insufficienza cardiacacongestizia (CHF, Congestive Heart Failure), infezioni gravi (inclusesepsi, infezioni opportunistiche e TB), malattia da siero (reazioni diipersensibilita' ritardata), reazioni ematologiche, lupus eritematososistemico/sindrome simil-lupus, malattie demielinizzanti, eventi epatobiliari, linfoma, HSTCL, leucemia, carcinoma a cellule di Merkel, melanoma, sarcoidosi/reazione di tipo sarcoide, ascesso intestinale o perianale (nella malattia di Crohn) e gravi reazioni all'infusione (vedere paragrafo 4.4). Il profilo di sicurezza della formulazione per uso sottocutaneo di Remsima in pazienti con artrite reumatoide attiva (valutato in 168 e 175 pazienti per il gruppo con infliximab per via sottocutanea e il gruppo con infliximab per via endovenosa, rispettivamente), malattia di Crohn attiva (valutato in 59 e 38 pazienti per il gruppocon infliximab per via sottocutanea e il gruppo con infliximab per via endovenosa, rispettivamente) e colite ulcerosa attiva (valutato in 38 e 40 pazienti per il gruppo con infliximab per via sottocutanea e ilgruppo con infliximab per via endovenosa, rispettivamente) era complessivamente simile al profilo di sicurezza della formulazione endovenosa. Descrizione di reazioni avverse selezionate. Reazione sistemica all'iniezione e reazione localizzata al sito d'iniezione in pazienti adulti cui e' stato somministrato Remsima formulazione per uso sottocutaneo: il profilo di sicurezza di Remsima formulazione per uso sottocutaneo in associazione con metotrexato e' stato valutato in uno studio a gruppi paralleli di fase I/III in pazienti con artrite reumatoide attiva. La popolazione di sicurezza consisteva di 168 pazienti nel gruppo con Remsima per via sottocutanea e 175 pazienti nel gruppo con Remsima per via endovenosa. Per i dettagli dello studio, vedere paragrafo 5.1.Il tasso di incidenza di reazioni sistemiche all'iniezione (ad es., eruzione cutanea, prurito, rossore ed edema) e' stato di 1,2 pazienti per 100 pazienti-anno nel gruppo con Remsima per via sottocutanea (dallaSettimana 6) e di 2,1 pazienti per 100 pazienti-anno nel gruppo con Remsima per via endovenosa che e' passato alla somministrazione sottocutanea di Remsima (dalla Settimana 30). Tutte le reazioni sistemiche all'iniezione sono state da lievi a moderate. Il tasso di incidenza di reazioni localizzate al sito d'iniezione (ad es., eritema, dolore, prurito e gonfiore nel sito di iniezione) e' stato di 17,6 pazienti per 100 pazienti-anno nel gruppo con Remsima per via sottocutanea (dalla Settimana 6) e di 21,4 pazienti per 100 pazienti-anno in coloro che sonopassati alla somministrazione sottocutanea di Remsima (dalla Settimana30). La maggior parte di queste reazioni sono state da lievi a moderate e si e' risolta spontaneamente senza alcun trattamento entro un giorno. In uno studio di Fase I condotto su pazienti con malattia di Crohn attiva e colite ulcerosa attiva, la popolazione di sicurezza consisteva di 97 pazienti nel gruppo con Remsima per uso sottocutaneo (59 pazienti con malattia di Crohn attiva e 38 pazienti con colite ulcerosa attiva) e 78 pazienti nel gruppo con Remsima per uso endovenoso (38 pazienti con malattia di Crohn attiva e 40 pazienti con colite ulcerosa attiva) della Parte 1 e Parte 2 dello studio. Per i dettagli dello studio, vedere paragrafo 5.1. Il tasso di incidenza delle reazioni sistemiche all'iniezione (ad es., nausea e vertigini) e' stato di 2,3 pazienti per 100 pazienti-anno nel gruppo con Remsima per uso sottocutaneo (dalla Settimana 6) e non vi sono state reazioni sistemiche all'iniezione segnalate nel gruppo con Remsima per uso endovenoso che era passatoalla somministrazione di Remsima per via sottocutanea (dalla Settimana30). Il tasso di incidenza delle reazioni localizzate al sito di iniezione (ad es., eritema, dolore, prurito e lividi nel sito di iniezione) e' stato di 23,3 pazienti per 100 pazienti-anno nel gruppo con Remsima per uso sottocutaneo (dalla Settimana 6) e di 7,5 pazienti per 100pazienti-anno nel gruppo con Remsima per uso endovenoso che sono passati alla somministrazione per via sottocutanea di Remsima (dalla Settimana 30). Tutte queste reazioni sono state da lievi a moderate e la maggior parte si e' risolta spontaneamente senza alcun trattamento entropochi giorni. Nel periodo successivo alla commercializzazione, sono stati associati alla somministrazione endovenosa di infliximab, dei casidi reazioni anafilattiche, come l'edema di laringe/faringe e severo broncospasmo e crisi convulsiva (vedere paragrafo 4.4). Sono stati riportati casi di perdita visiva transitoria che si manifestano durante oentro 2 ore dall'infusione di infliximab. Sono stati riportati eventi(alcuni ad esito fatale) di ischemia miocardica/infarto miocardico e aritmia, alcuni in stretta associazione temporale con l'infusione di infliximab; sono stati riportati anche accidenti cerebrovascolari in stretta associazione temporale con l'infusione di infliximab. Ipersensibilita' ritardata: negli studi clinici, le reazioni di ipersensibilita'ritardata non sono state comuni e si sono verificate dopo intervalli di tempo senza somministrazione di infliximab inferiori ad 1 anno. Negli studi sulla psoriasi con infliximab per via endovenosa, si sono verificate precocemente reazioni di ipersensibilita' ritardata in corso ditrattamento. Segni e sintomi includevano mialgia e/o artralgia con febbre e/o eruzione cutanea, con alcuni pazienti che presentavano prurito, edema facciale, alla mano o alle labbra, disfagia, orticaria, mal di gola e cefalea. Non sono disponibili dati sufficienti sull'incidenzadi reazioni di ipersensibilita' ritardata dopo intervalli di tempo senza somministrazione di infliximab superiori ad 1 anno, ma i dati, purin numero limitato, derivanti dagli studi clinici suggeriscono un aumento del rischio di ipersensibilita' ritardata con aumento della durata degli intervalli di tempo senza somministrazione di infliximab (vedere paragrafo 4.4). In uno studio clinico della durata di 1 anno con infusioni ripetute di infliximab EV in pazienti con malattia di Crohn (studio ACCENT I), l'incidenza delle reazioni derivanti dallo sviluppo delle reazioni simili alla malattia da siero e' stata del 2,4%. Immunogenicita'. Formulazione endovenosa: i pazienti che avevano sviluppato anticorpi verso infliximab manifestavano con maggiore probabilita' reazioni derivanti dall'infusione (con una frequenza approssimativamente di 2-3 volte superiore).

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Donne in eta' fertile: le donne in eta' fertile devono considerare l'uso di un adeguato metodo contraccettivo per prevenire la gravidanza econtinuarne l'uso per almeno 6 mesi dopo l'ultima somministrazione diinfliximab. Gravidanza: un numero moderato di dati raccolti in modo prospettico, su pazienti in gravidanza esposte a infliximab con esiti noti su nati vivi, delle quali circa 1.100 esposte durante il primo trimestre, non ha evidenziato un aumento del tasso di malformazione nel neonato. Sulla base di uno studio osservazionale condotto in nord Europa, e' stato osservato un aumentato rischio (OR, IC 95%; valore p) per la sezione C (1,50, 1,14-1,96; p = 0,0032), di nascita pretermine (1,48, 1,05-2,09; p = 0,024), di nati piccoli per eta' gestazionale (2,79,1,54-5,04; p = 0,0007) e di basso peso alla nascita (2,03, 1,41-2,94;p = 0,0002) in donne esposte a infliximab durante la gravidanza (con osenza immunomodulatori/corticosteroidi, 270 gravidanze) rispetto alledonne esposte solamente a immunomodulatori e/o corticosteroidi (6.460gravidanze). Il potenziale contributo dell'esposizione a infliximab e/o la severita' della malattia di base in questi esiti non e' chiara.A causa dell'inibizione del TNF alfa, infliximab somministrato durantela gravidanza puo' alterare le normali risposte immunitarie del neonato. In uno studio di tossicita' sullo sviluppo effettuato sul topo, utilizzando un anticorpo analogo che inibisce selettivamente la funzionalita' del TNF alfa del topo, non e' stata riscontrata ne' tossicita' materna, ne' embriotossicita', ne' teratogenicita' (vedere paragrafo 5.3). L'esperienza clinica disponibile e' limitata. Infliximab deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se chiaramente necessario. Infliximab passa attraverso la placenta ed e' stato rilevato nel siero dei lattanti fino a 12 mesi dopo la nascita. Dopo l'esposizione in utero a infliximab, i lattanti possono avere un rischio piu' elevato di infezione, compresa un'infezione disseminata grave che puo' avere un esito fatale. La somministrazione di vaccini vivi (ad es.il vaccino BCG)a lattanti esposti in utero a infliximab non e' raccomandata per almeno 12 mesi dopo la nascita (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Se i livelli sierici di infliximab non sono rilevabili nel lattante o la somministrazione di infliximab e' stata limitata al primo trimestre di gravidanza, la somministrazione di un vaccino vivo puo' essere considerata piu'precocemente, se vi e' un chiaro beneficio clinico per il singolo lattante. Sono stati segnalati anche casi di agranulocitosi (vedere paragrafo 4.8). Allattamento: dati limitati provenienti dalla letteratura pubblicata indicano che sono stati rilevati bassi livelli di infliximabnel latte materno a concentrazioni fino al 5% del livello del siero materno. Infliximab e' stato rilevato anche nel siero del lattante dopoesposizione ad infliximab attraverso il latte materno. Mentre si prevede che l'esposizione sistemica in un lattante in allattamento sia bassa poiche' infliximab e' ampiamente degradato nel tratto gastrointestinale, la somministrazione di vaccini vivi a un lattante in allattamentomentre la madre sta ricevendo infliximab non e' raccomandata a meno che i livelli sierici di infliximab del lattante siano non rilevabili.L'uso di infliximab puo' essere preso in considerazione durante l'allattamento. Fertilita': sono disponibili dati preclinici insufficienti per trarre conclusioni sugli effetti di infliximab sulla fertilita' e sulla funzione riproduttiva generale (vedere paragrafo 5.3).
Specifiche
Domande e risposte (0)
Aboca
Avene
BBmilk
Bionike
Caudalie
Eucerin
Filorga
Isdin
La roche posay
MIamo
Mycli
Nuxe
Rilastil
Skinceutical
Skinius
Solgar
Svr
Tisanoreica