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Angelini A. C. R. A. F. Resilient 50 Compresse 83 Mg Rilascio Prolungato

Angelini A. C. R. A. F. Resilient 50 Compresse 83 Mg Rilascio Prolungato

21,50€

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  • Codice articolo: 044635011
Descrizione

DENOMINAZIONE
RESILIENT 83 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Psicolettici; antipsicotici; litio.

PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa a rilascio prolungato contiene: 83 mg di litio sotto forma di 660 mg litio solfato equivalente a 12 mmol di Li^+. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

ECCIPIENTI
Copolimero metacrilato di ammonio (Tipo B), ipromellosa, magnesio stearato.

INDICAZIONI
Profilassi delle recidive del disturbo bipolare e di episodi depressivi maggiori; trattamento di episodi maniacali, in combinazione con antipsicotici quando indicato.

CONTROINDICAZIONI/EFFETTI SECONDARI
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, insufficienza renale acuta, insufficienza renale grave, infarto acuto del miocardio, sindrome di Brugada in atto o nell'anamnesi familiare, marcata iponatriemia.

POSOLOGIA
Posologia: la dose di litio deve essere adeguata alle specifiche esigenze del paziente, iniziando la terapia con dosaggi di titolazione gradualmente crescenti. Nei primi giorni di terapia, iniziare la titolazione con circa 6-12 mmol di litio al giorno. Successivamente, la dose giornaliera deve essere aumentata a 18-36 mmol di litio, in base all'eta', alla litiemia del paziente e all'effetto terapeutico. Si raccomandadi utilizzare il seguente schema di titolazione di base. Giorni 1 e 2: 6 mmol di litio al giorno; giorni 3 e 4: 6 mmol di litio due volte al giorno (equivalente a 12 mmol di litio); giorni 5 e 6: 6 mmol di litio la mattina e 12 mmol di litio la sera (equivalente a 18 mmol di litio); successivamente 12 mmol di litio due volte al giorno (equivalentea 24 mmol di litio). In genere, il litio raggiunge la sua piena efficacia a livelli sierici compresi tra 0,5 e 1,2 mmol/l. Per la profilassi e' generalmente sufficiente una concentrazione sierica di litio compresa tra 0,5 e 0,8 mmol/l. In alcuni pazienti in fase acuta potrebberoessere necessarie concentrazioni sieriche piu' elevate (1,0-1,2 mmol/l), ma tenendo sotto stretto controllo l'eventuale comparsa di eventiavversi. Nella fase maniacale acuta, durante la quale il litio e' tollerato meglio, i livelli sierici di litio possono ridursi, il che puo'richiedere un incremento della dose. Una volta risolti i sintomi maniacali della fase acuta, la tollerabilita' al litio puo' diminuire, rendendo nuovamente necessaria una riduzione della dose. L'assunzione di Resilient deve avvenire quotidianamente a un orario prestabilito (ad esempio mattina e sera con un intervallo di 10-12 ore tra le due dosi).In alternativa, la dose giornaliera totale puo' essere assunta in un'unica somministrazione la sera prima di coricarsi. Nel passaggio da duesomministrazioni ad una somministrazione giornaliera, inizialmente e'necessario monitorare la litiemia con maggiore frequenza, tenendo inconsiderazione il fatto che (per la stessa dose giornaliera) la concentrazione standardizzata delle 12 ore puo' superare i livelli precedentemente determinati anche di 0,2 mmol/l. I pazienti gia' trattati con litio possono passare direttamente dalla formulazione a rilascio immediato a Resilient, in genere con una dose di 12 mmol due volte al giorno. Eseguire la prima misurazione della litiemia dopo una settimana. A volte possono essere necessari tra i 6 e i 12 mesi per ottenere una risposta terapeutica completa. Ne consegue che una risposta iniziale nonsoddisfacente non deve costituire motivo di interruzione precoce dellaterapia. Se il sale di litio deve essere sospeso, e' necessario ridurre gradualmente la dose per limitare il rischio di recidive. In caso di mancata assunzione di una dose, il paziente deve attendere fino all'orario prestabilito per l'assunzione della dose successiva. Tuttavia,il paziente non deve assumere una dose doppia per compensare quella dimenticata. Pazienti anziani: l'esperienza mostra che per i pazienti anziani (sopra i 65 anni) e' sufficiente una dose piu' bassa per ottenere la stessa efficacia. Se possibile, devono essere evitate concentrazioni sieriche di litio superiori a 0,6 mmol/l. In aggiunta, nei pazienti anziani il declino della funzionalita' renale legato all'eta' e la conseguente ridotta clearance renale del litio, possono facilmente determinare livelli sierici tossici di litio. Di conseguenza, nei pazientianziani e' necessario monitorare la litiemia con maggiore frequenza rispetto a quanto normalmente raccomandato. (Per gli esami di monitoraggio, vedere paragrafo 4.4). Popolazione pediatrica: il litio non deveessere somministrato nei bambini al di sotto dei 12 anni, in quanto per questa fascia di eta' non sono disponibili dati sulla sicurezza e l'efficacia. Modo di somministrazione: Resilient e' per uso orale. Le compresse a rilascio prolungato devono essere deglutite intere con abbondante acqua.

CONSERVAZIONE
Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Conservare nellaconfezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

AVVERTENZE
Resilient non deve essere assunto nei seguenti casi, a meno che il paziente non presenti un disturbo psichiatrico potenzialmente fatale e altre opzioni di trattamento abbiano fallito. Inoltre, nei seguenti casiil paziente deve essere ricoverato e sottoposto ad un monitoraggio giornaliero della litiemia: pazienti con insufficienza renale da lieve amoderata, insufficienza cardiaca, ipotiroidismo incontrollato, morbodi Addison, miastenia grave, leucemia mieloide, psoriasi, condizioni che richiedono una dieta povera di sodio, aritmie cardiache, sindrome congenita del QT lungo o anamnesi familiare per questa patologia o pazienti con prolungamento acquisito dell'intervallo QT, epilessia o squilibrio di sodio e disidratazione. Deve essere posta particolare attenzione ai pazienti con fattori di rischio per prolungamento dell'intervallo QT (ad esempio ipopotassemia non corretta, bradicardia) e in pazienti trattati con altri medicinali in grado di prolungare l'intervallo QT (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Durante la terapia con litio, diuretici e altri agenti antiipertensivi, alcuni antipsicotici e antiinfiammatori non steroidei devono essere assunti con particolare cautela (vedere sezione 4.5). Note: l'assunzione dei sali di litio deve essere sospesa 48 ore prima di sottoporsi ad anestesia o intervento chirurgico (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con agenti bloccanti neuromuscolari). La somministrazione di litio puo' essere reintrodotta subito dopo, a condizione che la funzione renale e l'equilibrio elettrolitico siano normali. Sospendere l'assunzione di litio 48 ore prima di iniziare una terapia elettroconvulsiva per ridurre il rischio di delirio. In caso diconcomitanza delle due terapie puo' insorgere un delirio. Esami di monitoraggio: all'inizio del trattamento con sali di litio e' opportuno condurre un'accurata visita del paziente, seguita da un attento monitoraggio nel corso della terapia. E' opportuno effettuare i seguenti esami. 1. Determinazione dei livelli sierici di litio: misurare la concentrazione sierica di litio 8 giorni dopo l'inizio della terapia. La determinazione della litiemia sierica dovra' essere ripetuta una volta a settimana nel corso del primo mese di terapia, una volta al mese nei primi sei mesi e successivamente ogni tre mesi. Intervalli piu' lunghi sono accettabili solo in casi eccezionali. La litiemia deve essere determinata su un campione ematico prelevato, per quanto possibile, a 12 ore esatte di distanza dall'ultima somministrazione. Il prelievo puo' essere effettuato la mattina prima dell'assunzione della dose successiva. 2. Creatininemia: la creatininemia deve sempre essere misurata contemporaneamente alla litiemia. 3. T3, T4, TSH: misurare una volta all'anno; si consiglia anche un test del TRH. 4. Determinazioni di sodio, potassio, calcio: una volta all'anno. 5. Emocromo: una volta all'anno.6. Peso corporeo e circonferenza del collo: una volta ogni tre mesi. 7. Misurazione della pressione arteriosa. 8. ECG: una volta all'anno. 9. EEG: al bisogno o qualora vi sia il rischio di interazioni durante terapie combinate (ad esempio con agenti antipsicotici). 10. Raccolta delle urine nelle 24 ore, clearance della creatinina: una volta all'anno. 11. Esame delle urine. 12. Valutazione della capacita' di concentrazione del rene (test della desmopressina il 28. giorno) se indicato. 13. Ecografia renale dopo trattamento prolungato (oltre 10 anni): una volta all'anno. Nelle seguenti situazioni puo' essere necessario procedere a un monitoraggio piu' frequente e/o a una determinazione non programmata dei livelli sierici di litio: malattie concomitanti che possono comportare un'alterazione dei livelli sierici di litio (ad esempio vomito o diarrea gravi, febbre alta); co-somministrazione di medicinaliin grado di influire sui livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.5); variazione del dosaggio; passaggio da uno schema a piu' dosi ad uno con una sola somministrazione al giorno; passaggio ad altri prodotti medicinali contenenti litio; nei pazienti anziani e' necessario monitorare con maggiore frequenza la funzionalita' renale a causa della diminuzione del tasso di filtrazione glomerulare correlato all'eta' e del conseguente aumento del rischio di intossicazione; alimentazione irregolare. Note: ai primi segni di intossicazione, l'assunzione di litiodeve essere interrotta (vedere paragrafo 4.9). Deve essere assicuratoun adeguato apporto di sodio cloruro e di liquidi. Cio' vale soprattutto per i pazienti che stanno seguendo una dieta dimagrante o di altrogenere. Una terapia a lungo termine a base di litio puo' essere associata a una riduzione della capacita' di concentrazione a livello renale, che si manifesta sotto forma di diabete insipido nefrogenico, caratterizzato da poliuria e polidipsia (vedere paragrafo 4.8). Questi pazienti richiedono un'attenta gestione medica per evitare la disidratazione e la conseguente ritenzione di litio e tossicita'. In genere si tratta di una condizione reversibile, una volta sospesa l'assunzione di litio. In casi molto rari, la terapia a lungo termine e' stata associata a nefropatia tubulo-interstiziale cronica che puo' essere irreversibile; durante l'assunzione di litio, si raccomanda pertanto di monitorare regolarmente la funzionalita' renale. Tumori renali: sono stati riscontrati casi di microcisti, oncocitoma e carcinoma del dotto collettore renale in pazienti con grave compromissione renale che avevano assunto litio per oltre 10 anni (vedere paragrafo 4.8). Ai pazienti trattati con litio per oltre 10 anni si raccomanda pertanto di sottoporsi periodicamente ad ecografia renale (vedere Esami di monitoraggio).

INTERAZIONI
Dato che il litio puo' interagire con numerosi altri medicinali, e' necessario porre particolare cautela in caso di co-somministrazione di altri medicinali, in particolare quelli di seguito riportati (per queste combinazioni e' necessario un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio ed eventualmente un aggiustamento del dosaggio). Interazioni con medicinali che aumentano i livelli di litio: la co-somministrazione di uno dei seguenti medicinali aumenta i livelli sierici di litioe puo' portare a una tossicita' da litio. Diuretici tiazidici, diuretici risparmiatori di potassio e diuretici dell'ansa: aumento dei livelli sierici di litio a causa della riduzione della clearance renale dellitio. I diuretici tiazidici mostrano un effetto antidiuretico paradossale che puo' portare a ritenzione idrica e ad intossicazione da litio. Metronidazolo, antiinfiammatori non steroidei (ad esempio diclofenac, indometacina) compresi gli inibitori selettivi della COX-2 (ad esempio celecoxib), ACE inibitori (ad esempio captopril, enalapril), antagonisti del recettore dell'angiotensina II, beta-bloccanti: l'aumento della litemia puo' portare a tossicita' da litio. Vedere paragrafo 4.4.L'aggiunta di un beta-bloccante (ad esempio propranololo), che puo' aiutare a controllare i tremori frequentemente osservati durante il trattamento con litio, puo' anche mascherare l'insorgenza di tremori fini, un segno dell'intossicazione da litio. Interazioni con medicinali che riducono i livelli di litio: la co-somministrazione di uno dei seguenti medicinali puo' determinare una riduzione dei livelli sierici di litio a causa di un aumento della secrezione di litio. Urea, xantine (ad esempio farmaci antiasmatici contenenti teofillina; medicinali che favoriscono la circolazione del sangue, come pentossifillina, xantinolonicotinato), agenti alcalinizzanti (come il sodio bicarbonato NaHCO 3) e calcitonina: riduzione dei livelli sierici di litio a causa dell'aumento dell'escrezione di litio. Diuretici osmotici, inibitori dell'anidrasi carbonica, compresi acetazolamide, dorzolamide e brinzolamide,dapagliflozin: riduzione dei livelli sierici di litio. Interazione conmedicinali che causano neurotossicita': la co-somministrazione di unodei seguenti medicinali puo' portare a neurotossicita'. Farmaci antiepilettici (come fenitoina); metildopa; antidepressivi triciclici (ad esempio imipramina): aumento dei livelli sierici di litio con rischio di neurotossicita'. Nei pazienti con suscettibilita' latente alle convulsioni, la combinazione di litio con imipramina deve essere utilizzatacon cautela a causa del rischio di episodi convulsivi. Antipsicotici(come aloperidolo, tioridazina, clozapina): aumento dell'incidenza dieffetti indesiderati. I medici e i pazienti devono prestare attenzioneall'eventuale insorgenza di reazioni avverse agli antipsicotici, in particolare se assunti ad alte dosi. La co-somministrazione di antipsicotici e litio puo' aumentare il rischio di sviluppare la sindrome neurolettica maligna, potenzialmente fatale. In rari casi, a seguito del trattamento combinato con litio e antipsicotici, si e' verificata un'encefalopatia con sintomi simili alla sindrome neurolettica maligna, caratterizzata da debolezza, letargia, febbre, tremori, confusione, delirio, convulsioni e un aumento dell'incidenza di sintomi motori extrapiramidali, leucocitosi ed innalzamento degli enzimi sierici. In circostanze particolari, tale sindrome ha portato a danni cerebrali irreversibili. A causa della possibile relazione causale che si verifica in questi casi, i pazienti ai quali viene somministrata una terapia combinatacon litio e antipsicotici devono essere attentamente monitorati e aiprimi segni di neurotossicita' deve essere immediatamente sospesa l'assunzione di entrambi i medicinali. Medicinali che possono interferirecon il metabolismo della serotonina (inibitori delle MAO, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, agonisti della 5-HT): sono stati descritti casi di sindrome serotoninergica (compromissione dello stato di coscienza, irrequietezza, spasmi muscolari, iperriflessia,sudorazione, brividi e tremori). In caso di insorgenza di tale patologia si deve interrompere l'assunzione di qualsiasi medicinale e predisporre la gestione clinica in unita' di terapia intensiva. Calcio-antagonisti (come diltiazem e verapamil): aumento della tossicita' da litio. Il livello di litio deve pertanto essere mantenuto al livello piu' basso del range terapeutico. Altre interazioni: particolare attenzionedeve essere osservata in caso di co-somministrazione di medicinali cheprolungano l'intervallo QT, quali gli antiaritmici di Classe IA (chinidina, disopiramide) o di Classe III (amiodarone, sotalolo), cisapride, antibiotici come l'eritromicina, antipsicotici come tioridazina o amisulpride. Agenti bloccanti neuromuscolari: il litio ne prolunga l'effetto (vedere nota precauzionale al paragrafo 4.4). Ioduro di potassio:aumento del potenziale effetto goitrogenico del litio. Tetracicline:sono stati descritti sia aumento che riduzione dei livelli sierici dilitio. Alcool: l'alcool puo' influire sul rilascio del principio attivo di Resilient; l'assunzione concomitante deve essere evitata.

EFFETTI INDESIDERATI
La valutazione degli effetti indesiderati si basa sulle frequenze indicate di seguito: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); frequenza non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). La frequenza e l'intensita' delle reazioni avverse dipendono generalmente dai livelli sierici di litio, e dalla sensibilita' individuale del paziente al litio. Il litio ha una finestra terapeutica molto stretta (differenza molto piccola tradosi terapeutiche e dosi tossiche). Soprattutto all'inizio della terapia, i pazienti possono manifestare i seguenti effetti indesiderati, iquali, tuttavia, solitamente si risolvono con il proseguimento dellaterapia o con una riduzione del dosaggio. Molto comune: tremori fini;comune: poliuria, polidipsia e nausea. Soprattutto nei primi 2 anni ditrattamento, i pazienti sperimentano comunemente la comparsa di aumento di peso, in alcuni casi dose-correlato (e' opportuno consigliare alpaziente di evitare cibi e bevande ipercalorici). Inoltre, alle concentrazioni sieriche terapeutiche di litio, possono verificarsi reazioniavverse nei seguenti organi e sistemi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Frequenza non nota: leucocitosi. Patologie endocrine. Comune: gozzo eutiroideo, ipotiroidismo; non comune: tiroidite autoimmune; raro: ipertiroidismo; molto raro: iperparatiroidismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: aumento ponderale; comune: ipercalcemia, ipermagnesiemia; frequenza non nota: iperglicemia. Disturbi psichiatrici. Frequenza non nota: allucinazioni, sonnolenza, difficolta' di concentrazione e compromissione della memoria. Patologie delsistema nervoso. Molto comune: tremori; frequenza non nota: debolezzamuscolare, fascicolazioni, movimenti involontari degli arti, atassia,movimenti coreoatetoidi, riflesso tendineo esagerato, sintomi motori extrapiramidali, svenimento, crisi convulsive, linguaggio indistinto, disordine della coordinazione, cefalea, capogiro, stordimento mentale,stupore, perdita di coscienza, patologie del gusto, pseudotumor cerebri, miastenia grave. Patologie dell'occhio. Comune: bruciore, prurito eocchi acquosi; frequenza non nota: fotofobia, blefarospasmo, aprassia, difetti del campo visivo, nistagmo, visione offuscata. Patologie cardiache. Molto comuni: modificazioni dell'ECG come appiattimento reversibile e inversione dell'onda T; raro: aritmie (soprattutto bradicardiadovuta a disfunzione del nodo del seno); molto raro: intervallo QT prolungato. Patologie vascolari. Frequenza non nota: insufficienza circolatoria, ipotensione, edema, sindrome di Raynaud, identificazione di sindrome di Brugada precedentemente non identificata. Patologie gastrointestinali. Molto comune: gusto metallico in bocca e bocca secca; comune: anoressia, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale; frequenza non nota: gastrite e secrezione eccessiva di saliva. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Raro: alopecia, dermatite acneiforme, follicolite, prurito, esacerbazione di psoriasi, angio-edema, eruzionicutanee o altri segni di ipersensibilita'; frequenza non nota: reazione lichenoide farmaco-indotta. Patologie del sistema muscoloscheletricoe del tessuto connettivo. Frequenza non nota: artralgia e mialgia. Patologie renali e urinarie: inizialmente perdita di sodio e potassio dovuta a un ridotto riassorbimento di sodio e potassio dai tubuli renali. La concentrazione di Na^+ -K^+ dovrebbe generalmente ritornare al livello basale nel giro di una settimana. Comune: diabete insipido nefrogeno (vedere anche paragrafo 4.4), velocita' della filtrazione glomerulare ridotta; molto raro: sindrome nefrosica, insufficienza renale progressiva, alterazioni morfologiche renali (ad esempio fibrosi interstiziale) osservate dopo molti anni di trattamento solitamente aspecifiche; frequenza non nota: incontinenza urinaria, microcisti, oncocitoma etumore dei dotti collettori renali (dopo terapia a lungo termine) (vedere paragrafo 4.4). Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Frequenza non nota: impotenza/disfunzioni sessuali. Per alterazioni del livello di coscienza, vedere paragrafo 4.7. Segnalazione dellereazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: Resilient non deve essere assunto in gravidanza, in particolare durante il primo trimestre, a meno che non si consideri fondamentale proseguire il trattamento. Studi condotti sugli animali hanno mostrato la tossicita' riproduttiva e il potenziale teratogeno del litio(vedere paragrafo 5.3). Dati epidemiologici suggeriscono che il litioaumenti il rischio fetale di anomalie cardiache, in particolare dell'anomalia di Ebstein e altre. Prima di iniziare la terapia con Resilientdeve essere esclusa una gravidanza, e deve essere praticata una contraccezione efficace durante il trattamento. Tuttavia, se si verifica una gravidanza, la terapia con il litio puo' essere continuata se ritenuta assolutamente necessaria per la paziente. Il medico deve accuratamente adeguare il dosaggio e monitorare attentamente le concentrazioni sieriche del litio per assicurarne la persistenza di un livello basso nel corso della giornata (vedere paragrafo 4.2). Nella settimana che precede il parto, la dose deve essere ridotta del 30-50% e l'assunzionesospesa all'inizio del travaglio cosi' da evitare un aumento dei livelli di litio dovuto ai cambiamenti nell'equilibrio idro-elettrolitico correlati con il parto. Dopo il parto puo' essere ripresa la terapia originale con Resilient perche' nel periodo post partum il rischio di recidive del disturbo bipolare aumenta notevolmente. A seguito di esposizione al litio nel corso del primo trimestre di gestazione, l'esecuzione di ecografie ostetriche ed ecocardiografia fetale e' raccomandata.I neonati possono presentare segni di intossicazione da litio, quali cianosi, letargia, mioatonia, ipotensione o alterazioni dell'ECG. E' necessaria un'attenta osservazione dei neonati a seguito di esposizioneal litio durante la gravidanza e, se necessario, uno stretto monitoraggio dei livelli sierici di litio. Inoltre, deve essere esclusa una condizione di ipotiroidismo. Allattamento: dato che il litio e' secreto nel latte materno, l'allattamento deve essere interrotto al seno durante il trattamento con Resilient. In caso di assunzione di Resilient dopo la nascita, il latte materno deve essere tirato e gettato per le prime due settimane di vita del neonato. Il neonato deve essere monitorato per evidenziare eventuali segni di intossicazione, come cianosi, letargia, ipotensione, alterazioni dell'ECG e deve essere misurata la concentrazione sierica di litio; e' fondamentale evitare l'insorgenza didisidratazione.

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