A domanda, rispondo

Acidità e reflusso
Il reflusso gastroesofageo è la risalita del contenuto acido dello stomaco verso l’esofago.
Può provocare bruciore, rigurgito acido e fastidi alla gola. È un disturbo molto comune e spesso non pericoloso, anche se in alcuni casi può diventare cronico e richiedere valutazione medica.
L'acidità è spesso dovuta a:
- pasti abbondanti o molto grassi,
- consumo di alcol, caffè e bevande gassate,
- fumo,
- stress,
- uso di alcuni farmaci (es. antinfiammatori).
In alcuni casi può dipendere da una predisposizione personale o da un indebolimento del cardias, la valvola che separa lo stomaco dall’esofago.
Gli alginati sono derivati naturali delle alghe brune.
A contatto con i succhi gastrici formano una sorta di “zattera” gelatinosa che galleggia sullo stomaco e impedisce la risalita degli acidi nell’esofago.
Agiscono localmente e non vengono assorbiti.
Sì, si parla di reflusso “silente”. Può manifestarsi con tosse, irritazioni della gola, difficoltà vocali o sensazione di muco persistente.
Alcuni rimedi a base di malva, aloe, camomilla o liquirizia possono dare sollievo grazie alle loro proprietà lenitive.
Non sostituiscono le terapie mediche e vanno evitati ingredienti non adatti a specifiche condizioni (es. la liquirizia nei soggetti ipertesi).
In alcune persone sì: il cioccolato può rilassare il cardias e facilitare la risalita degli acidi.
Non tutti però ne sono sensibili allo stesso modo.
Le intolleranze non causano direttamente reflusso, ma alcuni alimenti mal tollerati possono aumentare gonfiore e pressione addominale, contribuendo alla risalita del contenuto gastrico.
No.
Possono contenere sostanze diverse (es. idrossidi di magnesio o alluminio, calcio carbonato) e avere durate d’azione differenti.
Alcuni agiscono più rapidamente, altri offrono una protezione più prolungata.
Sì.
Nei lattanti è molto frequente perché la valvola esofagea è ancora immatura.
Di solito migliora spontaneamente con la crescita.
Nei bambini più grandi occorre valutare sintomi ricorrenti con il pediatra.
Nella grande maggioranza dei casi è fastidioso ma non pericoloso.
Se però diventa cronico può portare a infiammazione esofagea (esofagite). Per questo è importante non trascurare sintomi persistenti.
Sì.
Quando gli acidi risalgono, possono irritare gola e laringe, causando tosse secca, voce rauca o sensazione di “nodo” in gola.
Questi sintomi sono comuni nel reflusso laringofaringeo.
È consigliabile consultare un professionista se:
- i sintomi durano da più settimane,
- il bruciore è molto intenso,
- compaiono difficoltà a deglutire, perdita di peso o anemia,
- i farmaci da banco non offrono beneficio.
Bere piccoli sorsi d’acqua può diluire momentaneamente l’acidità.
Alcune tisane lenitive possono dare sollievo, purché non contengano ingredienti irritanti (es. menta, che può favorire il reflusso in alcuni soggetti).
Sì.
Lo stress può influenzare la motilità gastrointestinale e aumentare la percezione del fastidio. Non è la causa diretta del reflusso, ma può contribuire a peggiorarne l’intensità.
Gli antiacidi e gli alginati possono essere assunti per brevi periodi secondo le indicazioni del foglietto illustrativo. Se i sintomi persistono per più di qualche giorno, è consigliabile un consulto medico per valutare terapie più adeguate
Sarebbe utile:
- mangiare pasti piccoli e frequenti,
- evitare di coricarsi entro 2–3 ore dal pasto,
- sollevare leggermente la testata del letto,
- limitare cibi piccanti, fritti e grassi,
- ridurre fumo e alcol.
Il medico può suggerire:
- gastroscopia,
- pH-metria esofagea delle 24 ore,
- manometria esofagea.
Questi esami servono solo in caso di sintomi persistenti o dubbi diagnostici.
Le opzioni più comuni includono:
- antiacidi (neutralizzano l’acidità in pochi minuti),
- alginati (formano una barriera protettiva che limita il reflusso),
- inibitori di pompa protonica – IPP a breve uso quando indicati dal medico,
- H2 antagonisti (riduzione della produzione acida).
È importante seguire le indicazioni presenti sulle confezioni e chiedere consiglio al farmacista.
I sintomi più frequenti includono:
- bruciore retrosternale (pirosi),
- rigurgito acido,
- sapore amaro in bocca,
- difficoltà digestive,
- tosse secca o raucedine al mattino.
Non tutti i soggetti presentano gli stessi sintomi e l’intensità può variare.
No.
- L’acidità può essere un episodio isolato legato a un pasto pesante o a uno stile di vita disordinato.
- Il reflusso, invece, è un disturbo ricorrente che tende a ripresentarsi nel tempo.
















