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Calze a compressione

Servono principalmente a migliorare la circolazione sanguigna nelle gambe, prevenendo gonfiore, affaticamento e dolore.

Sono utilizzate sia in ambito medico (per insufficienza venosa cronica, post-intervento, prevenzione della trombosi venosa profonda) sia in ambito sportivo per migliorare il recupero muscolare.

Le calze a compressione possono essere usate da:

  • persone con insufficienza venosa cronica
  • chi che stanno molte ore in piedi o sedute
  • chi viaggia spesso in aereo
  • donne in gravidanza con gambe gonfie
  • atleti per il recupero muscolare
  • pazienti post-operatori per prevenire la trombosi.

È sempre consigliata la valutazione di un medico per determinare il grado di compressione adatto.

Sì.

Non vanno usate senza una consulenza medica quando si è in presenza di gravi arteriopatie periferiche, infezioni cutanee acute, neuropatie severe o insufficienza cardiaca scompensata.

Una valutazione errata della compressione può peggiorare la circolazione arteriosa.

Il principio si basa sulla compressione graduata:

  • la pressione più alta alla caviglia spinge il sangue verso l’alto, contrastando la gravità e riducendo la dilatazione delle vene.
  • la compressione diminuisce progressivamente verso il ginocchio o la coscia, favorendo il ritorno venoso senza ostacolare la circolazione arteriosa.

La misura si prende di solito al mattino, quando le gambe sono meno gonfie. Si rilevano la circonferenza della caviglia, del polpaccio e, se necessario, della coscia, oltre alla lunghezza gamba-piede. Una taglia errata riduce l’efficacia e può causare fastidio.

Si indossano al mattino, prima che si sviluppi gonfiore, con la gamba asciutta e pulita.
Si rovescia la calza fino al tallone, si infila il piede e poi si srotola progressivamente verso l’alto, senza tirare eccessivamente per non danneggiare il tessuto.

Si lavano a mano o in lavatrice con programma delicato, acqua fredda e detersivo neutro, evitando ammorbidenti e asciugatrice. Il calore eccessivo danneggia le fibre elastiche. Si asciugano all’ombra e in posizione orizzontale.

Le calze a compressione sono dispositivi elastici studiati per esercitare una pressione graduata sugli arti inferiori, con il massimo della compressione alla caviglia e una graduale diminuzione verso l’alto.

Questa pressione favorisce il ritorno venoso e aiuta a prevenire o trattare problem circolatori come vene varicose, gonfiore e trombosi.

Sì.

Negli sport di resistenza (running, ciclismo, triathlon) migliorano il ritorno venoso e riducono le micro-vibrazioni muscolari, che causano affaticamento.

Studi mostrano benefici nel recupero post-allenamento, con riduzione del dolore muscolare.

Sì, anzi sono spesso consigliate per prevenire gonfiore e vene varicose dovute ai cambiamenti ormonali e alla pressione dell’utero sulle vene pelviche. In gravidanza si prediligono compressioni leggere o moderate, sempre su consiglio medico.

Sì.

Viaggi lunghi e immobilità aumentano il rischio di trombosi. Le calze a compressione moderata (15-20 mmHg) aiutano a mantenere il flusso venoso e a ridurre il ristagno di sangue, soprattutto in soggetti a rischio.

Le preventive hanno una compressione leggera, usate da chi vuole evitare problemi circolatori.

Le terapeutiche, invece, hanno compressione medio-alta e vengono prescritte dal medico per trattare patologie già presenti, come trombosi o ulcere venose.

Le calze a compressione si classificano in mmHg (millimetri di mercurio):

  • Leggere (8-15 mmHg): prevenzione leggera, comfort quotidiano
  • Moderate (15-20 mmHg): viaggi, gambe stanche
  • Mediche (20-30 mmHg): vene varicose, post-chirurgia
  • Forte compressione (30-40 mmHg e oltre): casi gravi, prescrizione medica.

Ogni grado risponde a necessità specifiche.

In media, una buona calza a compressione mantiene l’efficacia per 4-6 mesi, se lavata e conservata correttamente. Col tempo l’elasticità diminuisce e la compressione si riduce, quindi è bene sostituirle regolarmente.

Dipende dal motivo dell’uso.
In prevenzione, spesso si indossano durante le ore di attività e si tolgono di notte.
In ambito medico, il medico può prescrivere un uso più prolungato.
Per sportivi, l’uso può essere durante o dopo l’attività fisica per favorire il recupero.

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