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Febbre

Si parla di febbre di origine sconosciuta quando la temperatura rimane ≥38,3 °C per più di 3 settimane senza una causa identificata nonostante valutazioni cliniche e laboratoristiche adeguate. 

Può essere legata a infezioni atipiche, malattie autoimmuni o neoplasie e richiede approfondimenti specialistici.

Sì. 

Durante la febbre l’organismo perde più liquidi attraverso sudorazione e respirazione accelerata.

Bere acqua, tisane o brodi aiuta a prevenire la disidratazione, che può peggiorare il malessere e aumentare il rischio di complicanze, soprattutto nei bambini e negli anziani.

La febbre è un aumento temporaneo della temperatura corporea al di sopra dei valori considerati normali (circa 36,0–37,2 °C), dovuto a un innalzamento del punto di regolazione termica nell’ipotalamo.

È una risposta fisiologica a stimoli come infezioni, infiammazioni, malattie autoimmuni o tumori, ed è parte del meccanismo di difesa dell’organismo.

È preferibile utilizzare termometri digitali

La misurazione può avvenire per via orale, ascellare, rettale o timpanica.

La via rettale è la più accurata nei bambini piccoli; quella orale è affidabile negli adulti; l’ascellare può essere meno precisa. 

È importante seguire le istruzioni del dispositivo e attendere il tempo di rilevazione indicato.

Non sempre.

La febbre è un meccanismo di difesa e, se moderata (<38–38,5 °C) e ben tollerata, non necessita di trattamento farmacologico. È indicato intervenire se provoca malessere significativo, supera 38–38,5 °C, o in pazienti con malattie cardiache, polmonari o neurologiche.

No. 

Coprirsi eccessivamente può aumentare la temperatura corporea e il disagio. 

È meglio indossare abiti leggeri e mantenere l’ambiente a temperatura moderata (20–22 °C). Coperte leggere possono essere usate se si hanno brividi, ma vanno rimosse quando la sensazione di freddo passa.

La febbre aumenta il metabolismo basale (fino al 10–12% per ogni grado sopra i 37 °C), consumando più energia.

Questo supporta alcune funzioni immunitarie, ma non significa che acceleri sempre la guarigione. 

Un eccessivo aumento può indebolire l’organismo se non supportato da adeguata idratazione e nutrizione.

Sì.

Oltre ai farmaci antipiretici, possono essere utili:

  • Soluzioni reidratanti orali o integratori di sali minerali per compensare la perdita di liquidi e prevenire la disidratazione.
  • Termometri digitali affidabili per monitorare con precisione l’andamento della temperatura.
  • Impacchi freschi o dispositivi rinfrescanti da applicare sulla fronte per aumentare il comfort (senza raffreddare eccessivamente il corpo).
  • Integratori di vitamine e minerali (ad esempio vitamina C e zinco) possono supportare le difese immunitarie, pur non avendo effetto diretto sulla febbre.

Tutti questi prodotti possono essere consigliati e personalizzati dal farmacista in base all’età, alle condizioni cliniche e alla causa sospetta della febbre.

Sì. 

I bambini, soprattutto sotto i 5 anni, possono sviluppare febbri elevate (>39 °C) anche in risposta a infezioni virali comuni. 

Tuttavia, vanno monitorati attentamente: se compaiono difficoltà respiratorie, sonnolenza marcata, rifiuto di bere, pianto inconsolabile o convulsioni, serve valutazione medica urgente.

No.

Sebbene spesso sia dovuta a infezioni, può anche derivare da cause non infettive come malattie autoimmuni, colpi di calore, disfunzioni endocrine (ad esempio tireotossicosi) o reazioni a farmaci (febbre da farmaco).

Sì. 

Alcuni bambini tra 6 mesi e 5 anni possono avere convulsioni febbrili quando la temperatura sale rapidamente.

Nella maggior parte dei casi sono eventi benigni e autolimitanti, ma il bambino deve essere valutato dal medico per escludere altre cause.

  • La febbre è un aumento controllato della temperatura dovuto a una regolazione ipotalamica;
  • l’ipertermia è un surriscaldamento non controllato (es. colpo di calore, esposizione prolungata a temperature elevate) in cui il set-point ipotalamico non è modificato. L’ipertermia può diventare pericolosa.

La temperatura corporea varia in base all’età, al momento della giornata e al sito di misurazione.

Generalmente:

  • Orale: 36,0–37,2 °C
  • Ascellare: 35,5–36,9 °C
  • Rettale: 36,6–38,0 °C (leggermente più alta)

Si parla di febbre quando la temperatura supera i 37,5 °C (ascellare/orale) o i 38,0 °C (rettale).

I farmaci più comunemente utilizzati sono paracetamolo  e ibuprofene, disponibili in diverse formulazioni (compresse, capsule, sospensioni orali, supposte). Qui puoi trovare tutti i nostri farmaci antipiretici!

Nei bambini il paracetamolo è spesso preferito per la buona tollerabilità. 

L’ibuprofene può essere indicato quando la febbre è associata a dolore o infiammazione, salvo controindicazioni (es. problemi gastrici o renali).

È importante seguire le dosi indicate nel foglietto illustrativo o dal medico/farmacista per evitare effetti indesiderati.

Tra i sintomi associati ci sono:

  • brividi, 
  • sudorazione, 
  • mal di testa, 
  • mialgie, 
  • astenia, 
  • perdita di appetito e aumento della frequenza cardiaca e respiratoria. 

In base alla causa possono comparire anche tosse, mal di gola, rash cutanei, dolori articolari o disturbi gastrointestinali.

Le cause principali sono infezioni batteriche o virali (influenza, COVID-19, faringite, polmonite), malattie infiammatorie croniche, reazioni avverse a farmaci, trombosi, neoplasie e, nei bambini, reazioni post-vaccinali. 

La febbre non è una malattia ma un sintomo che segnala un’alterazione dell’equilibrio dell’organismo.

È consigliabile chiedere supporto sanitario se:

  • la febbre dura più di 3 giorni senza miglioramento,
  • è superiore a 39–40 °C,
  • compare in neonati o bambini piccoli,
  • si associa a sintomi allarmanti (difficoltà respiratoria, torpore, confusione, rigidità nucale, rash cutaneo esteso, dolore intenso, segni di disidratazione).

Il farmacista può consigliare la gestione iniziale e indirizzare al medico se necessario.

La febbre stessa raramente è pericolosa, ma deve essere valutata se:

  • supera i 40 °C,
  • persiste oltre 72 ore senza causa evidente,
  • è associata a rigidità del collo, alterazione dello stato di coscienza, convulsioni, difficoltà respiratoria, dolore toracico, eruzione cutanea diffusa, disidratazione grave o dolore intenso.

Nei neonati sotto i 3 mesi ogni febbre >38 °C richiede valutazione urgente.

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