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A domanda, rispondo

Allattamento

L’allattamento richiede un dispendio calorico significativo (circa 500 kcal al giorno), quindi può aiutare a perdere peso accumulato in gravidanza.
Tuttavia, il dimagrimento dipende anche da altri fattori come dieta, attività fisica e metabolismo individuale.

Non bisogna forzare la perdita di peso: è importante garantire un apporto nutrizionale adeguato per la salute della mamma e del bambino.

I principali segnali sono: almeno 5-6 pannolini bagnati al giorno, feci morbide e frequenti, aumento di peso adeguato (monitorato dal pediatra) e un bambino generalmente sveglio e soddisfatto dopo le poppate. Il pianto non è sempre segno di fame: può indicare anche bisogno di conforto, sonno o altro.

Molte mamme riescono a continuare l’allattamento anche dopo il rientro al lavoro, usando il tiralatte per estrarre e conservare il latte (in frigorifero o freezer, seguendo le linee guida di conservazione).

Continuare ad allattare quando si è insieme al bambino aiuta a mantenere una buona produzione. È utile informarsi sui propri diritti (ad esempio le pause per l’allattamento) e organizzarsi con il supporto del datore di lavoro e della famiglia.

Non esistono cibi vietati in assoluto durante l’allattamento, salvo casi specifici di allergie o intolleranze diagnosticate nel bambino. È consigliabile seguire una dieta equilibrata, varia e ricca di nutrienti. Spezie, cibi piccanti o legumi non devono essere eliminati preventivamente: è il bambino, eventualmente, a mostrare segni di sensibilità. L’alcol dovrebbe essere evitato.

Sì, soprattutto nei primi mesi e durante i cosiddetti “scatti di crescita” (growth spurt), il bambino può chiedere il seno molto frequentemente per stimolare un aumento della produzione. Questo comportamento è fisiologico e non indica necessariamente una carenza di latte.

Un lieve fastidio iniziale è comune, soprattutto nei primi giorni, ma un dolore intenso o persistente non è normale.
Può indicare problemi come un attacco scorretto del bambino al seno, ragadi, ingorgo mammario o, più raramente, infezioni come la mastite. In questi casi è importante consultare una consulente per l’allattamento (IBCLC) o un operatore sanitario.

Sì, nella maggior parte dei casi la produzione di latte materno è perfettamente calibrata sui bisogni del bambino: più il bambino poppa, più la produzione aumenta grazie al meccanismo domanda-offerta. Nei primi giorni dopo il parto, il colostro (un latte più denso e ricco di anticorpi) è presente in piccole quantità ma altamente nutriente. Se il bambino si attacca frequentemente e ha un buon aumento di peso, non c’è motivo di temere che il latte sia insufficiente.

Le linee guida attuali raccomandano l’allattamento a richiesta, cioè ogni volta che il bambino lo richiede, senza imporre orari o intervalli fissi. I neonati hanno bisogni variabili e spesso fanno poppate ravvicinate, soprattutto nei periodi di crescita. Osservare i segnali di fame (ad esempio cercare il seno, succhiare le manine, agitarsi) aiuta a rispondere in modo adeguato ai loro bisogni.

Esisten anche un altro metodo di allattamento: l’allattamento ad orari è un metodo in cui il neonato viene nutrito secondo uno schema temporale prestabilito, invece che "a richiesta" (quando il bambino mostra segnali di fame). Importante è concordarlo con il pediatra o un'ostetrica. 

Il bambino viene allattato ogni tot ore, ad esempio ogni 3 ore.
Gli orari possono essere fissi (es. 8:00, 11:00, 14:00…) oppure con una certa flessibilità (tipo ogni 2,5-3 ore).

Sì, puoi allattare anche se fumi, ma è fortemente consigliato ridurre il più possibile il fumo (o smettere del tutto, se riesci), perché la nicotina e altre sostanze del fumo passano nel latte materno e possono avere effetti negativi sul neonato.

Sì, in caso di raffreddore, influenza o altre infezioni comuni, l’allattamento può continuare: il latte materno contiene anticorpi che aiutano a proteggere il bambino. Per quanto riguarda i farmaci, molti sono compatibili con l’allattamento, ma è fondamentale consultare il medico o il farmacista per verificare la sicurezza, evitando il fai-da-te. Esiste anche il database LactMed per controllare la compatibilità dei farmaci.

Sì, puoi fare la tinta ai capelli mentre allatti: non ci sono prove scientifiche che dimostrino rischi per il neonato.

I componenti delle tinture (anche permanenti) non passano nel latte materno in quantità significative.

La pelle assorbe minime quantità delle sostanze chimiche presenti nella tinta, insufficienti a influenzare la composizione del latte.

Se vuoi essere ancora più prudente:

  • Opta per colorazioni naturali o senza ammoniaca
  • Considera tinte vegetali (come l’henné) o riflessanti
  • Fai una prova allergica, specialmente dopo la gravidanza: la pelle può essere più sensibile.

Il rischio non riguarda il latte, ma la sensibilità della cute post-parto.

Evita il contatto diretto del neonato con i capelli appena tinti, almeno finché non hai lavato via ogni residuo.

Sì, puoi fare sport mentre allatti e fa anche bene!

L’attività fisica è compatibile con l’allattamento e non compromette né la quantità né la qualità del latte.

  • Scegli sport moderati all’inizio: camminata veloce, yoga post-parto, nuoto, bici, pilates, ecc.
  • Bevi molto: l’allattamento richiede liquidi extra, e sudare li aumenta ancora.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi di vita e, successivamente, l’introduzione di alimenti complementari, mantenendo l’allattamento fino a 2 anni o oltre, se mamma e bambino lo desiderano.

La decisione su quando smettere è personale e dipende da diversi fattori emotivi, pratici e culturali.

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